Due realtà che amano le tradizioni, due subregioni in cui le produzioni artigianali ed enogastronomiche sono centrali e forsanche vitali per le rispettive economie. Le delegazioni istituzionali di Quartu e Chinchilla, Comune della comunità autonoma di Castiglia-La Mancia, in Spagna, si sono incontrati, alla presenza dei vertici nazionali di AICCRE, per un primo incontro conoscitivo in vista di uno scambio culturale.
Le Sala Giunta dell’Ex Convento dei Cappuccini di via Brigata Sassari è stato il teatro stamattina di un incontro propedeutico a un eventuale gemellaggio, con l’obiettivo di rinforzare, valorizzare e far conoscere anche oltre i propri confini nazionali le rispettive tradizioni e le eccellenze della produzione enogastronomica e artigianale, anche nell’ottica di una crescita turistica delle due comunità. Le culture sarda e spagnola sono d’altronde molto vicine sotto tanti aspetti, anche in virtù dei quattro secoli percorsi insieme tra Medioevo ed età contemporanea.
Hanno partecipato al meeting l’Assessora alle Attività Produttive del Comune di Quartu Rossana Perra, l’Assessora di Chinchilla de Monte-Aragón e Sindaca de La Felipa Angela Gomez, il docente dell’Università di Albacete Vose Fajardo, il Vicepresidente nazionale dell’Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (AICCRE) Efisio De Muru e il consigliere comunale di Quartu nonché dirigente AICCRE Francesco Piludu.
È stata l’occasione per ribadire l’importanza delle tradizioni e per rappresentare la volontà di promuovere e valorizzare il patrimonio identitario locale e di tutta la Sardegna. Una storia raccontata attraverso i colori, i suoni e i prodotti tipici, che a Quartu in particolare si concretizza nella produzione del pane, del vino e dei dolci, nel ballo e nel canto improvvisato, nella filigrana e nei tessuti, come espresso nel corso dell’incontro dall’Assessora Perra. Una città in cui l’impegno dei gruppi folk è da sempre molto vivo e che si concretizza ormai da 35 anni nel Festival Internazionale del Folklore Sciampitta e da qualche anno anche nella rassegna ‘Si Ghètat custu bandu’, che ha appunto la storica dimora campidanese Sa Dom’e Farra come location d’eccezione.
La delegazione spagnola ha voluto sottolineare come dopo gli anni di pandemia sia ancora più forte l’esigenza di rafforzare i rapporti, lavorare sugli interscambi, sulla valorizzazione della cultura, su tutto ciò che è legato alla tradizione, alla natura e quindi ai prodotti locali. E ha raccontato come la comunità dalla quale proviene sia specializzata nella lavorazione dei cesti e nella produzione di birra e sia attualmente impegnata nell’organizzazione di un festival internazionale di marionette.
Anche i rappresentanti AICCRE hanno voluto ricordare l’importanza dello scambio di conoscenze in merito alle tradizioni e delle necessità di dare sempre maggiore valore a cultura ed enogastronomia, ricordando anche che vi sono tanti punti di contatto tra le popolazioni dei territori bagnati dal Mediterraneo e che lo scambio di idee è importante per favorire la programmazione di iniziative pubbliche, capaci di coinvolgere associazioni e produttori.
I flussi turistici sono sempre più interessati alle esperienze e quindi alla conoscenza della cultura più vera dei luoghi che visitano. Fare rete, promuovere queste sinergie significa far conoscere le piccole regioni, quindi anche i nostri territori e portare così ricchezza alla nostra comunità.
Buon cibo, streetfood, sport e musica, prodotti tipici e di artigianato, con un grande filo conduttore, le patate di Quartu. Sabato 22 luglio il centro di Quartu Sant’Elena si accende con “PataQuartu Sa Passillara”, l’appuntamento organizzato da Coldiretti Cagliari in collaborazione con l’amministrazione comunale. Un evento che unisce intrattenimento e buon cibo con l’obiettivo di valorizzare le patate di Quartu, riconoscendo l’importanza di questo prodotto nella tradizione e nell’economia locale.
COLDIRETTI. Quello che andrà in scena è un evento “che non solo sarà un momento di intrattenimento per la comunità quartese e i turisti, ma permetterà di far conoscere meglio la bontà di uno dei prodotti tipici di questo territorio – sottolinea Giorgio Demurtas, presidente di Coldiretti Cagliari – si tratta di un altro appuntamento importante per le nostre aziende nell’ottica del consolidamento di una filiera produttiva sostenibile che propone prodotti di altissima qualità, oltre che simbolo dell’identità culinaria del territorio”. Per il direttore Luca Saba, inoltre “queste azioni di promozione e comunicazione delle eccellenze tipiche locali consentono di rafforzare il legame con i consumatori – sottolinea – un legame che permette di aumentare la domanda e dunque la presenza del prodotto nei mercati e garantire, quindi, una giusta remunerazione ai produttori locali in un’ottica di sviluppo di un’economia circolare con ricadute positive sul tessuto sociale ed economico”. Sulla stessa linea anche Piero Sarritzu, presidente Coldiretti Quartu Sant’Elena: “Pataquartu è un’occasione unica per la comunità locale e per i visitatori di immergersi nell’autenticità della nostra eccellenza agricola, scoprire i prodotti tipici del nostro territorio e vivere momenti di festa e gioia insieme – dice – come lo scorso anno abbiamo voluto coinvolgere le diverse attività della nostra città partendo dalle strutture ricettive fino alle società sportive portandole direttamente dentro l’evento nella via principale del commercio cittadino per creare una grande rete collaborativa sotto segno di Coldiretti Cagliari e Campagna Amica”.
COMUNE DI QUARTU. “Pataquartu è organizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale di Quartu Sant’Elena che fin dall’inizio del suo mandato ha enunciato fra le sue priorità quella di voler lavorare per il rilancio del settore agroalimentare e per il rafforzamento di una filosofia di filiera che racchiuda in sé il valore aggiunto del proprio territorio, delle sue tradizioni e delle sue eccellenze. Una strategia che si concretizza anche attraverso la presenza del Comune di Quartu all’interno del Distretto di Sant’Isidoro”, spiega l’assessore Rossana Perra. “Pataquartu va nella giusta direzione, coniugando tutte queste leve e facendone volano di promozione in chiave produttiva, turistica e culturale – aggregativa”
L’APPUNTAMENTO. L’evento partirà già dalla mattina del 22 luglio (dalle ore 10 alle 13) con il Mercato di Campagna Amica di via Pitz’e Serra dove insieme alla vendita dei prodotti freschi a km0 delle aziende di Coldiretti, ci sarà una esposizione delle varietà di patate che verranno raccontate con attività d’informazione sulle caratteristiche organolettiche e tecniche di produzione. La sera l’appuntamento clou di viale Colombo con la mostra-mercato delle patate e delle produzioni del territorio. Lungo tutta la via sarà possibile degustare una ricca varietà di piatti a base di patate, in collaborazione con il “Centro Commerciale Naturale “La via Del Mare”. Assicurato anche lo spettacolo musicale e le esibizioni grazie alle 13 associazioni sportive del territorio partner del progetto.
ASSOCIAZIONI. Momento importante della giornata sarà quello della distribuzione delle patate della solidarietà con le associazioni “Mai più sole contro il tumore ovarico” e “Il giardino di Lù”. Il ricavato dalla vendita delle patate sarà devoluto alle onlus. La manifestazione sarà preceduta il giorno prima (venerdì 21 luglio – dalle ore 18 all’Ex Convento dei Cappuccini in via Brigata Sassari, 35) da un incontro con la stampa e dal convegno “Filiera pataticola, tra Distretto e Sviluppo Rurale” durante il quale, in collaborazione col Distretto rurale – Sant’Isidoro Mario Fadda, si discuterà anche di Pac e dei percorsi di valorizzazione delle produzioni locali.
COLLABORAZIONI. Per Alberto Zoncheddu, presidente della Ferrini Basket, inoltre “c’è grande entusiasmo per l’invito e la partecipazione del mondo sportivo quartese in un progetto più ampio, condiviso con Coldiretti, per la sensibilizzazione al consumo di prodotti a chilometro zero e alla promozione di uno stile di vita sano e sostenibile già dalle fasce più giovani della popolazione oltre che a promuovere una corretta pratica sportiva – dice – in quest’occasione arricchiremo un evento già strategico per il contesto quartese mettendolo in relazione con le altre eccellenze dei paesi circostanti che costituiscono il Distretto Rurale Sant’Isidoro – Mario Fadda”. Il presidente del Centro commerciale naturale viale Colombo ‘La Via del Mare’, Luca Stochino aggiunge: “Siamo felici di ospitare per la prima volta sulla Via del Mare una delle iniziative più importanti della nostra città – dice – contribuire insieme a numerose associazioni sportive quartesi a questo fantastico progetto della Coldiretti e Campagna Amica ci rende molto orgogliosi. Commercianti e ristoratori hanno da subito sposato l’iniziativa con entusiasmo – conclude – la chiusura della strada dà una visione turistica nuova e potrebbe diventare palcoscenico di tanti altri importanti momenti di svago, arte e cultura per la nostra città e i nostri cittadini”.
Tradizioni, storia, canti popolari, arte. È un bellissimo concentrato di cultura quello da cui scaturisce e trae la propria linfa il festival internazionale del folklore di Quartu: la Sciampitta, ormai riconosciuta come patrimonio identitario della città e inserita da anni nel network dei grandi eventi regionali, perché in grado di promuovere la Sardegna anche fuori dai confini nazionali.
Ed è tutto pronto ormai per la 38^ edizione, che si terrà da sabato 15 a giovedì 20 luglio. Sei giorni di spettacoli, tutti in città, con la possibilità quest’anno di assistere alle esibizioni di gruppi folk provenienti da Ecuador, Portogallo, Perù e Grecia. Europa e Sudamerica quindi, ma ci saranno anche i gruppi locali, come ‘Su Idanu’, ‘Su Scrignu de Campidanu’, ‘Nodas’, ‘Gioventudi’ e ovviamente l’associazione Città di Quarto 1928, da sempre organizzatrice della manifestazione.
Non solo. Anche quest’anno è infatti in programma l’apporto dei gruppi sardi non quartesi: dai Tamburini e Trombettieri della Sartiglia di Oristano ai ‘Kellarious’ di Selargius. E poi la tradizione abbraccerà la contemporaneità grazie ai concerti di Antonio Pani, Lavinia Viscuso il gruppo etnico ‘A Ballare”. Non mancherà come sempre la voce di Peppino Patteri; e per la musica ecco anche i contributi della Scuola Civica Luigi Rachel e dell’associazione Incontri musicali. Parteciperà inoltre l’associazione Artifizio.
In attesa della prima serata, con la tradizionale messa dei popoli, la cerimonia al Monumento ai caduti e la sfilata nel centro città prima dell’apertura di rassegna in piazza, sabato 8 luglio è andato in scena il prologo: la presentazione del libro ‘Sa Crai’ di Igor Melis, con letture di Carlo Antonio Angioni e Margherita Puddu moderatrice, ha già fatto registrare una folta presenza di pubblico, a testimonianza dell’attesa e dell’interesse suscitato dalla manifestazione.
Il teatro centrale degli spettacoli sarà ancora una volta la piazza Mercato Civico, con la serata finale di mercoledì 14 che andrà in onda anche in diretta televisiva. Ulteriori iniziative ed eventi sono previsti presso l’Ex Caserma dei Cappuccini di via Brigata Sassari e nella storica dimora campidanese Sa Dom’e Farra.
Quasi a fare da cornice alla rassegna spazio anche all’arte, con due mostre allestite negli spazi comunali: una dedicata ai costumi sardi, a cura dell’associazione Su Scrignu de Campidanu, e una promossa da Bruno Secci, intitolata ‘Mediterranea’, tra pittura e scultura, con la partecipazione di diversi artisti locali.
La grande affluenza di persone prevista in occasione degli spettacoli ha reso necessario adottare opportune misure finalizzate a disciplinare il traffico veicolare in relazione alle esigenze della circolazione e per motivi riguardanti la pubblica incolumità. Tutti i dettagli sono consultabili nell’ordinanza in allegato.
Quartu è quindi ancora una volta pronta a porsi come esempio di dialogo e interazione tra popoli. Un concentrato di folklore, carico di energia e allegria, invaderà la città, pronta a corrispondere con il consueto interesse per la cultura e per le danze di popoli provenienti da lontano. Una settimana di parteciparazione corale che è diventata tradizione nella tradizione.
Accoglienza, integrazione e nuove generazioni di immigrati tra i temi affrontati durante la Giornata Mondiale del Rifugiato, tenutasi oggi nella Sala degli Affreschi presso l’Ex Convento dei Cappuccini, nell’ambito del progetto SAI (Sistema accoglienza e integrazione) San Fulgenzio portato avanti dalla Chiesa di Cagliari – attraverso la Fondazione Caritas San Saturnino – e dal Comune di Quartu Sant’Elena.
“Nel 2022 abbiamo contato la cifra record di 110 milioni di rifugiati nel mondo, 44 milioni dei quali sono minorenni – ha esordito il Sindaco Graziano Milia -. Sono numeri impressionanti e dobbiamo quindi avere la capacità di affrontare questo problema, consci del momento storico che stiamo vivendo, perché col passare del tempo la situazione potrebbe diventare ancora più preoccupante. Troppo spesso ci si dimentica delle tante guerre e crisi internazionali che affliggono il mondo. Nessuno ad esempio parla più di Siria, un disastro che abbiamo contributo a generare. Ma penso anche alla Tunisia, all’Egitto. La capacità della nostra società di affrontare queste questioni è sempre più bassa. E il problema è nella nostra cultura. Pertanto – ha proseguito il Primo Cittadino – condivido la volontà di Papa Francesco di ricordare e sottolineare spesso questo problema. E lo stesso dobbiamo fare noi. Impegnandoci a promuovere con estrema costanza il sostegno, l’accoglienza, la formazione, l’istruzione. Noi siamo onorati di poter ospitare questa Giornata a Quartu e siamo a disposizione per tutto quello che sarà necessario e potremo fare con le nostre possibilità”.
Nel 2022 sono stati 350mila i richiedenti asilo presenti in Italia, di cui il 41% provenienti dall’Ucraina, come ricordato dal direttore della Caritas diocesana don Marco Lai che ha coordinato i lavori: “È un fenomeno che riguarda l’umanità, in una dimensione transnazionale che ci dimostra che non c’è progresso senza incontro, e proprio ciò genera le grandi civiltà”. In Sardegna sono 48.400 gli immigrati presenti: “Un’opportunità anche per il nostro territorio locale, segnato da deriva demografica, che occorre valorizzare offrendo percorsi di reale integrazione e valorizzazione delle persone“.
La consapevolezza che la libertà di partire debba essere connessa a quella di restare e che ciò sia possibile solo se ci sono condizioni di vita dignitose, come ricordato nel messaggio dell’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi, è il tema al centro anche della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato “Liberi di scegliere se migrare o restare”, che si terrà il prossimo 24 settembre. Lo stesso Arcivescovo nel suo testo ha ricordato che “i processi di integrazione fanno bene anche a chi accoglie perché permettono la formazione di una cultura aperta e capace di comprendere il tempo che viviamo, capace di dare speranza, promuovendo un’azione sociale che tenda allo sviluppo integrale dell’uomo, in grado di coniugare presente e futuro“.
“I popoli in fuga dalle guerre – ha detto l’Assessore Regionale al Lavoro Ada Lai – dalle persecuzioni, dai disastri ambientali, dallo sfruttamento e dalla fame devono essere considerati una risorsa per la nostra società. Dobbiamo essere in grado di offrire loro un’opportunità, oltre che il bene prezioso della libertà e della speranza. L’integrazione passa per il lavoro, con il suo valore simbolico e materiale. Il lavoro, infatti, al di là dell’aspetto strettamente economico, legato alla sussistenza personale, innesca dinamiche positive individuali e sociali. Ricordo altresì che lo stesso PNRR prevede l’inclusione come precondizione per ogni progetto. L’immigrazione è una sfida epocale – ha ribadito – non solo per i Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, ma per tutta l’Europa. Ci riguarda tutti, nessuno escluso. Viviamo un tempo di cambiamenti e di grandi movimenti di persone, ma la storia ci insegna che le migrazioni sono sempre esistite. Per questo la crescita dei flussi migratori, che oggi suscita solidarietà ma anche reazioni di paura, deve essere non solo governata, ma anche spiegata e compresa, per decifrare l’attualità e il contesto socio-economico dei nostri tempi”.
Tra gli interventi, quello di Marco Sechi della Regione Sardegna, che ha illustrato il Piano Annuale Regionale per l’immigrazione e le politiche di inclusione socio-lavorativa, già condiviso con la Consulta regionale dell’Immigrazione, che quest’anno prevede la pubblicazione di un avviso in favore delle associazioni del territorio per la realizzazione di progetti finalizzati all’inclusione socio-lavorativa delle seconde generazioni.
Il Comune di Quartu resta in prima linea sul tema immigrazione. “L’Amministrazione sta facendo tutto quanto è nelle sue possibilità, aderendo anche alla formazione realizzata dalla Prefettura, per dare risposte a queste persone – ha dichiarato la Dirigente dei Servizi Sociali Lorena Cordeddu -. Nonostante ciò con la carenza di personale allo stato attuale fatica. Occorrerebbero infatti figure professionali dedicate, che vadano oltre la progettualità casuale. Sarebbe pertanto opportuno puntualizzare già nell’ambito del Piano Annuale Regionale la necessità di un programma istituzionale consolidato e capillare nel territorio. Potremmo così dar gambe a un sistema di servizi stabile e continuativo nel tempo”.
Il fenomeno migratorio– ha aggiunto l’Assessore Comunale alle Politiche Sociali e Generazionali Marco Camboni – interessa profughi che scappano dalle guerre, dalle crisi alimentari, dall’emergenza climatica. E noi spesso non siamo pronti. Perché l’inclusione non è solo accettare le persone che arrivano da un’altra cultura, la comunità deve anche saper offrire a questi uomini e a queste donne le stesse opportunità anche se quella persona vuole mantenere la sua diversità. Ecco perché più che di integrazione bisogna parlare di inclusione. Nel Comune di Quartu accogliamo 2600 cittadini stranieri ed extracomunitari, alcuni dei quali frequentano la scuola, altri lavorano – ha poi spiegato -. A causa della pandemia e poi anche della guerra in Ucraina il numero è aumentato, e molti hanno dovuto ricorrere al sostegno pubblico. L’impegno da parte nostra non è di certo mancato e ha portato alla creazione di uno sportello per gli stranieri, all’avvio di interventi per la fruizione dei servizi territoriali e al finanziamento di progetti di inclusione sociale dedicati soprattutto ai ragazzi. E le risposte sono state importanti: i ragazzi sono stati pienamente coinvolti e ci hanno raccontato le loro speranze, condividendo con noi il sorriso”.
Il SAI San Fulgenzio – uno dei 15 presenti a maggio 2023 nell’Isola (di cui 4 dedicati a minori stranieri non accompagnati), con 397 posti disponibili complessivamente – nel 2022 ha accolto 52 persone, per la maggior parte titolari di protezione sussidiaria e speciale. Nell’ambito dello stesso progetto sono stati attivati anche alcuni tirocini formativi, per favorire l’inserimento lavorativo dei ragazzi. Inoltre, non va dimenticato il servizio di accoglienza nei CAS – Centri di accoglienza straordinaria: erano 1186 gli ospiti al 31 dicembre 2022 nei CAS dell’Isola; quelli della Caritas (6 in tutto) accolgono 162 ospiti, di cui 55 minori, per la maggior parte di nazionalità ucraina.
Tra i temi affrontati durante la Giornata mondiale del Rifugiato 2023 nell’ambito del progetto SAI San Fulgenzio anche quello relativo all’integrazione delle seconde generazioni di immigrati, con le testimonianze di alcuni giovani immigrati cresciuti nell’Isola. È stata inoltre l’occasione per presentare la mostra “Nuove generazioni, i volti giovani dell’Italia multietnica”, visitabile nella Casa Museo Sa Dom’e Farra (via Eligio Porcu 143) oggi martedì 20 giugno dalle 16 alle 20; domani mercoledì 21 giugno dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, e giovedì 22 giugno dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.
Si è tenuto questa mattina, sabato 27 maggio 2023, presso la sala Benedetto XVI della Curia arcivescovile di Cagliari, l’incontro finalizzato alla presentazione dell’utilizzo dei fondi 8xMille in Diocesi, promosso dal Servizio Sovvenire in collaborazione con l’Ufficio delle Comunicazioni sociali.
Sovvenire è il servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica e sono diversi i valori ecclesiali e civili alla base: a partire da una visione di Chiesa-comunione, passando per la solidarietà e perequazione, per arrivare alla corresponsabilità e alla trasparenza.
La mattinata di lavori, coordinata dalla responsabile della comunicazione del Servizio Sovvenire in Diocesi Maria Chiara Cugusi e dalla vicedirettrice dell’Ufficio comunicazioni sociali Maria Luisa Secchi, è stata scandita da due momenti fondamentali. Il primo dedicato alla narrazione dell’8xMille in Italia e alla presentazione dei dati relativi alla Chiesa di Cagliari, e il secondo riservato alle testimonianze da parte di laici e consacrati, che hanno raccontato diverse esperienze concrete nate grazie al valore di questo prezioso strumento.
Alla prima sessione hanno partecipato, ciascuno con un proprio intervento, il vescovo monsignor Giuseppe Baturi, il responsabile nazionale del servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni, l’economo don Giuseppe Camboni e il direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali e l’edilizia di culto don Mario Pili.
È stata inoltre l’occasione per presentare il nuovo progetto comunicativo dedicato al Sovvenire, voluto dalla Diocesi e curato dal servizio diocesano in collaborazione con l’Ufficio per le comunicazioni sociali della Chiesa di Cagliari.
Oltre alla stampa di un inserto informativo, inserito sull’ultimo numero del settimanale diocesano Il Portico, sono stati prodotti e divulgati due video documentaristici che raccontano le esperienze dell’8xMille sul territorio.