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Oltre ogni muro un volto: a Quartu sfila il riscatto sociale

Il 27 Maggio, nella sede di Arcoiris ODV ETS a Quartu Sant’Elena, si è tenuta una sfilata di moda curata da due stilisti d’eccezione. Diarra Kouroma e Ebrima Sanneh sono infatti due richiedenti asilo che tramite il progetto “Oltre ogni muro un volto”, guidati dall’Associazione La Matrioska, hanno completato un percorso di formazione sartoriale.

Kouroma e Sanneh e hanno partecipato al progetto della CMV Per e finanziato dalla fondazione Migrantes per un complessivo di 60 ore. Seguiti da una formatrice professionista, i due sarti hanno potuto apprendere diverse tecniche di cucito e combinarle con le loro esperienze e idee pregresse.

Sanneh cuciva ancora prima di arrivare in Italia, sviluppando così una collezione dallo stile sincretico che unisce tecniche e tradizioni. Kouroma é alla sua prima esperienza di cucito e si è detto felice di aver potuto vivere un’esperienza così professionalizzante.

Oltre all’associazione la Matrioska, i due sarti protagonisti hanno potuto contare sul sostegno di numerose realtà locali. Infatti, il progetto ha ricevuto ulteriori finanziamenti dagli alunni dell’Università della Terza Età e da un Liceo di Villacidro. Inoltre, ha potuto contare sull’Associazione Interculturale Arcoiris ODV ETS che ha fornito location e collaborazione e sull’agenzia di eventi Seconda Stella. Partner del progetto anche la comunità Il Sicomoro, la Caritas della Diocesi di Cagliari e il Comune di Quartu Sant’Elena.

Le Wardrobe Collection esclusive create da Diarra Kouroma e Ebrima Sanneh sono disponibili da Urban Pep a Cagliari.

Talent Day Confcommercio Sud Sardegna: quasi 200 colloqui

Imprese e aspiranti lavoratori si sono incontrati oggi a Cagliari al Talent Day, fiera del lavoro organizzata dalla Fipe Confcommercio Sud Sardegna andata in scena lunedì 11 aprile. L’evento si è tenuto dalle 14 alle 18, nella sede dell’Ex Cisapi di via Del Caravaggio 9 a Cagliari con la collaborazione della Regione Sardegna e del suo assessorato al Lavoro, dell’Aspal e Renaia. 

“Ogni azienda ha effettuato almeno 6 colloqui”, spiega il presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia, “questo è un primo passo verso la preparazione della stagione estiva ormai alle porte. Siamo sicuri che dalla nostra borsa del lavoro possano nascere nuove opportunità professionali per i candidati”.

“Purtroppo ancora offerta e domanda in Sardegna non si incontrano”, ha spiegato l’assessore al Lavoro Alessandra Zedda che ha sposato il progetto e preso parte alla presentazione del dossier sull’andamento del mercato del lavoro nei pubblici esercizi in Sardegna. “La Regione è fortemente impegnata con diversi strumenti anche grazie all’Aspal e alle politiche attive per attivare velocemente le borse lavoro dove c’è la possibilità di incontro tra disoccupati e aziende” ha proseguito l’esponente della Giunta Solinas.” È importantissimo continuare su questo percorso, tanto che abbiamo già in programma una serie di eventi”.

Maika Aversano, Direttrice Generale dell’ASPAL, parlando del mercato del lavoro in Sardegna, ha evidenziato come “dopo il calo marcato dell’occupazione del 2020, nel 2021 sia emerso un quadro piuttosto positivo, con le posizioni lavorative totali tornate sui livelli pre-crisi. A sostenere le sfide del prossimo futuro, legate anche alla delicata situazione internazionale, ci sarà il Programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), con una serie di misure di politica attiva del lavoro rivolte all’occupazione e all’occupabilità delle componenti più fragili dell’offerta di lavoro”. Inoltre, continua Aversano, “il Piano di potenziamento dei Centri per l’impiego consentirà una presa in carico sempre più personalizzata dell’utenza, sia lato cittadini che lato imprese, contribuendo a una maggior efficacia nell’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro”.

 “La fotografia del nostro studio dimostra che la caduta di occupazione di questi ultimi due anni ha riguardato soprattutto la fascia d’età tra i 20 e i 30 anni”, conclude il direttore di Confcommercio Sud Sardegna, Giuseppe Scura, che ha illustrato i dati del dossier.

Unarficc brotzu

Il Liceo Brotzu contro il razzismo con il progetto ONDE

Il 15 e il 16 di Marzo il Liceo Brotzu ha partecipato alla Settimana d’azione contro il Razzismo promossa dall’UNAR tramite l’associazione Arcoiris ODV ETS. Nelle due giornate è stato proiettato il film “Dimmi che destino avrò” del regista Peter Marcias e prodotto dalla fondazione Anna Ruggiu, ambientato nelle comunità Rom del cagliaritano.

Una denuncia per rapimento, una sciarpa rubata sulla spiaggia e Alina, una donna forte e capace che, dalla Francia, torna a Cagliari nel campo Rom dov’è nata. Comincia così la storia del commissario Esposito, scritta da Gianni Loy a partire dalla realtà dei fatti. In questo contesto i ragazzi del Liceo Brotzu si sono riuniti nell’aula magna della scuola per conoscere e dibattere.

Quattro classi del liceo Scientifico in presenza e due del liceo Artistico in collegamento hanno quindi discusso di razzismo, identità, cultura e società con Maria Paola Fanni (responsabile FICC Sardegna), con il coordinatore del progetto ONDE, Nicola Murgia e gli altri volontari di Servizio Civile e con lo stesso Gianni Loy, presente per rispondere a qualsiasi domanda. “Un’occasione che i ragazzi stessi hanno voluto valorizzare” ha commentato la dirigente Greca Piras.

Le interazioni hanno presto trasformato l’incontro in un dibattito più ampio del semplice commento. Le classi hanno parlato del significato di integrazione, di progettualità educativa e sociale, di istruzione, associazionismo e lavoro. “E’ così che si impara a essere critici e analitici con il cinema” ha affermato ai ragazzi Maria Paola Fanni. “lasciatevi emozionare, dall’emozione poi capirete come ricostruire cosa c’è dietro la semplice visione”.

Nicola Murgia (coordinatore progetto ONDE) e Gianni Loy (sceneggiatore)
gruppo di confronto S.Stefano

Un percorso di sviluppo e crescita comunitaria

Avviato nella Parrocchia di Santo Stefano il gruppo di confronto per le attività della pastorale sociale e del lavoro

“Lo sviluppo integrale dell’uomo alla luce del Vangelo” è questo il titolo dell’incontro che si svolto sabato 12 giugno nel salone parrocchiale della Parrocchia di Santo Stefano a Quartu Sant’Elena, aperto dal parroco Mons. Giulio Madeddu come avvio di un gruppo di pastorale sociale parrocchiale, che può essere a disposizione per l’intera comunità cittadina per creare esperienze di crescita e sviluppo locale. Sono intervenuti per i saluti prima la presidente della Commissione comunale alle Politiche sociali Marina del Zompo, che ha presentato come in città si stia cercando di affrontare le difficoltà con una grande armonia all’interno dell’amministrazione tra maggioranza e minoranza, e si mette a disposizione del lavoro che la pastorale sociale vorrà proporre; poi il presidente del Parco del Molentargius, Stefano Secci, che ritiene sia necessario mettersi in ascolto in un momento di grande difficoltà durante la pandemia, ricordando la sua partecipazione alla scuola di formazione della diocesi circa vent’anni fa ha ricordato come oggi sia importante confrontarsi, un accenno al contesto del Molentargius soprattutto dal punto di vista del creato e del bene sociale che l’ area verde deve rappresentare.

I lavori sono stati guidati da Don Ignazio Boi, diacono e direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale sociale e del lavoro, che è succeduto a Don Giulio nell’incarico diocesano, “Un ringraziamento a Don Giulio per questa proposta di pastorale parrocchiale” ha detto, “che ben si inserisce nel nostro percorso diocesano per il dopo pandemia”. “Ipotesi e prospettive della Pastorale sociale diocesana per il dopo emergenza” è il titolo del progetto diocesano, presentato durante l’incontro, che mira ad affrontare e vivere il cambiamento del prima e del dopo, ciò che abbiamo affrontato come distanziamento, isolamento e protezione rapportandolo a quando ci distanziavamo dagli altri, ci si chiudeva in se stessi e si aveva diffidenza negli altri. “#andràtuttobene si diceva, ma non è andato per niente bene. Morti, crisi economica e sociale e anche psichica” ha proseguito Ignazio Boi, “ non siamo nella stessa barca ma nella stessa tempesta su barche diverse”.

Boi citando Papa Francesco “…peggio di questa crisi c’ è solo il dramma di sprecarla chiudendoci in noi stessi” ha sottolineato che, da questo incontro, si può essere migliori perché dopo una crisi si esce meglio o peggio, non come prima e bisogna coglierne l’occasione, è ricordato che la chiesa di Cagliari ha avviato una lavoro di riflessione tra la crisi sociale e la pandemia, non un documento ma uno strumento aperto da utilizzare.

Persona, comunità, educazione e lavoro sono le quattro parole chiave della riflessione, strumento per la ripartenza delle nostre comunità e dei loro bisogni, attraverso opere di carità (Banca del tempo e centri di ascolto), impegno civile ecclesiale nella partecipazione e nell’ambiente, la scuola e la formazione e politiche attive volte alla crescita professionale. I principi della dottrina sociale della chiesa: vedere (studio), giudicare (preghiera), agire (azione) guidano il percorso per i beni comuni, il cambiamento, pastorale “itinerante” e una resilienza trasformativa. #passioltrelacrisi è quindi il percorso avviato per passare dalla divisione alla con-divisione.

Il secondo intervento è stato quello di Gilberto Marras, componente dell’equipe della pastorale sociale diocesana e direttore di Confcooperative, che ha ritenuto l’incontro di oggi un importante lavoro di comunità. Attraverso un’analisi del contesto in cui viviamo, legato al capitale e alle sue forme, ma anche alla organizzazione del contesto sociale e sanitario. “Un nuovo modo di organizzarsi che non sia un ritorno al passato, un agire passando attraverso i principi della Chiesa che mette al centro le persone, in particolare i più poveri.”

Marras ha presentato l’esperienza della Parrocchia di San Giovanni Bosco a Selargius e dell’Associazione Mario Serafin (CGS) che con centinaia di bambini, ragazzi e decine di famiglie coinvolti in un percorso di crescita, formazione, cultura e sport, molto attive prima del COVID, saranno alla base della ripartenza, con un’attenzione agli spazi che devono essere riorganizzati e migliorati in base alle necessità sanitari comprese in quest’anno. “Realtà come queste devono essere strumenti per la Chiesa e per la sua azione, serve guardare al sociale e alla crescita con la collaborazione tra realtà diverse e poi le risorse arriveranno” ha concluso Marras.

Il terzo contributo è stato quello di Sara Farris, animatrice del Progetto Policoro diocesano e delegata alla prossima Settimana sociale dei Cattolici italiani che si terrà il prossimo ottobre a Taranto. “Il progetto ha il compito di formarci su tematiche nuove” ha detto, “per darci strumenti utili per creare imprese autonome”. Il progetto Policoro è una realtà coordinata dalla Pastorale sociale del lavoro, dalla Pastorale giovanile e dalla Caritas. Ha presentato le Settimane sociali, nate per affrontare i problemi e non solo per studiarli, come è stato fatto a Cagliari nel 2017 il cui tema era “Il lavoro che vogliamo, libero creativo, partecipativo e solidale”. A Taranto il tema sarà “Il pianeta che speriamo: ambiente lavoro e futuro” con la parola chiave #tuttoèconnesso. L’animatrice ha presentato le proposte che verranno portate dai giovani: assistenza di prossimità, studenti al centro, PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) – turismo, mappatura dei beni ecclesiastici in disuso, spazio ai giovani, Pillole di comunicazione. “Per noi giovani questi lavoro può essere uno spunto importante per la nostra crescita”.

L’incontro, trasmesso in diretta sulla pagina Facebook della Parrocchia, si è concluso con un breve dibattito tra gli intervenuti in presenza e con un saluto dell’Arcivescovo di Cagliari Mons. Giuseppe Baturi, sulle necessità di nuove idee e iniziative anche alla luce delle testimonianze degli interventi, Don Giulio Madeddu ha rilanciato ad un prossimo incontro per costruire insieme un’attività progettuale che crei sviluppo sociale.

[Foto F. Piludu]

Mons. Giuseppe Baturi
Un momento dell’incontro
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Giornata Mondiale e Anno Internazionale del Lavoro Minorile

Sabato 12 Giugno é la giornata internazionale dedicata all’eliminazione del lavoro minorile. La risoluzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) vede il 2021 come Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile, adottata dalle Nazioni Unite.

Le ultime stime dell’ILO e dell’UNICEF segnalano circa 160 milioni di milioni lavoratori, di cui la metà in condizioni di lavoro pericolose per la salute e lo sviluppo. L’iniziativa dell’Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile invita le istituzioni nazionali e regionali, le associazioni e le organizzazioni a proporre azioni concrete e contributi per l’eliminazione del lavoro minorile entro il 2025.

“Gli ultimi dati devono allarmarci. Intervenire é necessario per salvaguardare i bambini di oggi e domani”, ha affermato il Direttore Generale dell’OIL, Guy Ryder. “Molto dipende dalla qualità della nostra risposta”. Secondo la CGIL, in Italia i minori lavoratori sono circa 340.000 di cui tre quarti in attività familiari.

L’Anno Internazionale terminerà con la Conferenza Globale sul Lavoro Minorile del 2022, che si terrà in Sudafrica. Qui le istituzioni interessate pianificheranno ulteriori interventi per porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025.

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