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Autore: Alessandro Atzeni

Si può educare in un ospedale?

di Andrea Serra

Si può educare in un ospedale, nella scuola di un ospedale? È importante ricordare che in Italia da più di settant’anni esiste la scuola dentro l’ospedale. Si è iniziato con progetti promossi da scuole lungimiranti e poi, dal 1986, in modo stabile attraverso un protocollo di intesa tra il Ministero dell’Istruzione e quello della Salute. Diritto alla Salute e diritto all’Istruzione, due diritti Costituzionali, si alleano. A Cagliari nasce nel 2002 nella Pediatria del Brotzu e nel 2003 nell’Ospedale Pediatrico “Antonio Cao”, il Microcitemico. È lì che lavoro da quattordici anni. Principalmente nei reparti di Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti di Midollo Osseo, quelli dove sono previste le lungodegenze.

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Il college? Insegna a crescere stando insieme

di Guido Garau

Fateci caso. Le persone capaci di importanti gesti di cura, quando spiegano i motivi del loro agire, forniscono sempre risposte di rara semplicità: ho fatto quel che dovevo, chiunque avrebbe fatto lo stesso, non c’era altro da fare. Questo non significa che non abbiano un pensiero complesso: al contrario. La complessità spesso è facile da definire: basta una parola. Dovendo spiegare perché la vita comunitaria sia un elemento importante nella crescita individuale abbiamo provato a usare lo stesso principio. Mi racconti cos’è il College? Abbiamo chiesto ai nostri ragazzi. Le risposte sono state sempre semplici e stupefacenti.

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Quel desiderio inarrestabile di essere genitori

di Alessandra Calamida

Educare è una parola importante per qualsiasi genitore ed oggi è ancor più complesso, ogni età richiede una capacità di comprensione diversa, ma l’influenza della società poco educativa complica ulteriormente il ruolo delle famiglie. Bisogna educare noi genitori a capire le esigenze dei nostri figli ma allo stesso tempo c’è la necessità di educare gli altri all’adozione, in particolare tutte quelle figure di riferimento che avranno a che fare con i loro, per trattarli come tali, senza pregiudizi o preconcetti. In qualità di Mamma adottiva e presidente di un’associazione adottiva (AGA Associazione Genitori Adottati Onlus) posso dire che diventare genitori adottivi è un percorso non semplice. Vuol dire creare uno spazio fisico-mentale adatto al bambino che andremo ad accogliere, un bambino con una storia personale, tratti somatici e culture diverse dalla nostra. Tutto questo percorso è guidato da tante figure di accompagnamento, dai servizi socio sanitari, ai tribunali, alle associazioni familiari.

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Scuola, Dessena: l’istruzione è la vera scommessa dei nostri tempi

un’intervista di Andrea Matta

Giuseppe Dessena, classe 1972, è l’Assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna. Con lui abbiamo ripercorso le tappe delle politiche dalla Giunta Pigliaru messe in campo per il mondo dell’istruzione: scuola, Università, Ricerca e diritto allo studio.

Nella sua lettera di saluto agli studenti per l’inizio dell’anno scolastico ha scritto: «La scuola e l’istruzione sono la sfida dei nostri tempi e per le nuove generazioni». Fare educazione nella scuola è davvero una sfida?

«Sì, credo sia la vera sfida dei nostri tempi. La società cambia rapidamente. In passato i punti di riferimento per i giovani erano i genitori, la famiglia allargata, gli insegnanti e tutte le figure riconosciute come educatori. Oggi invece gli educatori, veri e falsi, si sono moltiplicati creando una enorme confusione. Internet e tutti gli stimoli che arrivano dalla rete, per fare un esempio, incidono in maniera sostanziale nella vita dei giovani, sulla loro formazione e sul senso di responsabilità. Gli insegnanti si devono cimentare in un terreno molto complesso: parliamo di un costante bombardamento di informazioni, non sempre sano per i giovani, specie quelli in età scolare. Cambia la società dunque, e la didattica, l’offerta formativa e gli insegnanti, devono necessariamente adeguarsi e stare al passo
con i tempi. Siamo chiamati a dare agli studenti gli stimoli e le competenze che li rendano preparati e competitivi. I docenti devono essere pronti per questa sfida e per questo motivo l’anno scorso abbiamo presentato una delibera del valore di 6 milioni e 500 mila euro dedicati a progetti per la loro formazione, in modo tale da fornire strumenti sempre più adeguati ad affrontare una società in costante evoluzione».

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Genitori pavesini e il terrore del limite

di Pier Paolo Cavagna

Scrivo questo breve articolo all’indomani dei fatti di cronaca nera che hanno investito, come un uragano, il mio piccolo paesino di provincia. È stata una settimana densa di appuntamenti in studio, per lo più di genitori di adolescenti. Tutti, o quasi, con gli stessi problemi: gestire i comportamenti dei propri figli. Figli che fumano, si cannano, escono alle cinque del pomeriggio e fanno rientro a casa alle cinque del mattino, figli che bevono, figli a cui non si può dire di no sennò ti devastano la casa, figli a cui non si possono dare delle regole sennò chissà cosa fanno. Non ho avuto, a colloquio, uomini e donne adulte. Ho avuto adolescenti che tentano di educare
adolescenti. Genitori Pavesini, come i biscotti. Rigidi fuori, senza peso, pieni d’aria dentro, che come li inzuppi nei problemi educativi della quotidianità si sfaldano in poltiglia, perdendo ogni consistenza.

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