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Autore: Alessandro Atzeni

Le bugie hanno le gambe corte e migliaia di like

di Moreno Pisano – giornalista

Se riflettete per un attimo, si sta aprendo un’epoca dove fa notizia ciò che è falso.

Nelle questioni più importanti e delicate sino a quelle più futili, c’è sempre una verità diversa rispetto a quella consolidata e scientificamente dimostrata, che può essere veicolata attraverso i più vari strumenti che la tecnologia ha messo nelle nostre mani.

Si può modificare un’immagine e diffonderla come una vera fotografia, oppure scriverci un breve testo sopra affinchè sollevi la nostra indignazione. Si può tagliare un frammento di video e creare una clip che racconta qualcosa di diverso rispetto all’integrità del filmato, si può caricare un falsa notizia su internet e condividerla migliaia di volte, come fosse vera.

Così vediamo mettere in discussione le cure mediche o una perenne campagna elettorale che porta a consolidare una realtà percepita in modo completamente distorto rispetto ai dati che la descrivono. Tutto si mischia per annullare la differenza tra una notizia di una testata giornalistica, un’immagine di propaganda elettorale o un sito di fake news.

Diffondere informazioni false non è un mero errore o un modo simpatico di stare nel web. Nel film Inception, il personaggio interpretato da Leonardo di Caprio definisce l’idea il parassita più forte perché: E’resistente, altamente contagiosa. Una volta che un’idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. Un’idea pienamente formata, pienamente compresa si avvinghia, qui da qualche parte.

A cosa servono quindi le notizie false? A darci un’idea diversa rispetto alla realtà, ad indurci in errore, a calcificare una convinzione sbagliata, a orientare il pensiero, come nelle cure che riguardano la nostra vita e quella dei nostri figli, le nostre abitudini, i regimi alimentari, non per nostro interesse ma per interessi per lo più economici che lucrano sulle scelte sbagliate che faremo.

Nella continua tensione sociale e nell’assenza di soluzioni nel breve periodo, l’unico modo per conservare il consenso politico sembra solo quello di criticare l’avversario attribuendogli le colpe di tutto. E chi scrive bufale conta proprio sull’impulso agli utenti con titoli che causano rabbia e indignazione.

Il web è una grande piazza, ci troviamo tante cose, ma come nella realtà, non dobbiamo fidarci degli sconosciuti. Infatti per ogni notizia bisogna controllare la fonte, quale sito l’ha prodotta e condivisa, capire se si tratta di un giornale, di un blog, di un semplice sito creato quasi esclusivamente per condividere notizie false. Di solito mischiano informazioni accurate con notizie false per fare satira.

Controllate quando il fatto raccontato è davvero accaduto perché vengono spacciate per nuove notizie vecchie che, in un contesto diverso, assumono tutto un altro significato. Spesso ci si sofferma solo al titolo-bomba ma è opportuno leggere tutto l’articolo. A volte ci si accorge che il testo non ha nulla a che fare con il titolo o che la storia è chiaramente falsa perché non esistono prove a confermarla.

È facile scambiare una foto per un’altra, basta sostenere che sia stata scattata a un dato evento quando invece appartiene a tutt’altro contesto. Bisogna dedicare tempo e attenzione, come quando si controllano le etichette dei prodotti che compriamo al supermercato, ci interessa la provenienza e la qualità. Anche le notizie, buone o cattive che siano, ma vere, fanno bene, a chi le produce e a chi le legge.

È necessario l’aiuto di tutti

Come si evince dal comunicato stampa del 13 luglio 2018, l’Avis regionale sarda chiama a gran raccolta tutte le persone in salute a causa della carenza di donazioni.
Nel periodo estivo calano le presenze presso le Unità di Raccolta fisse e mobili ma non cala il fabbisogno dei pazienti presenti negli ospedali.
La Regione ha stimato che nel 2017 sono state 85 mila le sacche ematiche raccolte al fronte di un’esportazione di oltre 26 mila nelle altre regioni.
Un dato rassicurante soprattutto per i pazienti affetti da talassemia e da tutti coloro che necessitano di periodiche ma regolari trasfusioni (in Sardegna i pazienti affetti da questa malattia sono circa 1500).
Per diventare un donatore occorre osservare uno stile di vita regolare e una buona alimentazione, avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni e pesare almeno 50 kg.
Il futuro donatore inoltre non dovrà assumere farmaci almeno 5 giorni prima della donazione, l’uomo può donare sino a quattro volte l’anno, mentre la donna in età fertile, due.

Bai e dona a Cagliari il 15 Luglio

Realizzare un laboratorio digitale per ragazzi autistici permettendogli, con una stampante tridimensionale, di dar sfogo alla loro creatività.
Questo l’intento di Bai e Dona, appuntamento che il 15 luglio 2018 alle 19.30 in via Costituzione a Cagliari si rinnoverà con l’asta-aperitivo sociale organizzata per raccogliere fondi a favore dei ragazzi autistici seguiti dall’associazione Peter Pan.
10 euro il costo dell’ingresso ma l’organizzazione messa in piedi da Su bixinau di via Costituzione ha fatto di più: chi è andato a donare il sangue all’Avis ha ricevuto un buono che permette di partecipare gratuitamente all’evento che avrà tre banditori d’eccezione:
Jacopo Cullin, Massimiliano Medda e Francesco Abate presteranno infatti il loro talento all’asta che conterà pezzi unici donati dagli artisti.
Tutto questo è reso possibile dall’attività di Cristina Ariu, di Ceramiche Ariu, e Claudia Pugliese, della pizzeria Sa Tracca: dopo il successo dell’anno scorso hanno voluto replicare questa interessante manifestazione benefica.

Giù le mani dagli appelli

di Alessandro PiluduVice direttore College Universitario Sant’Efisio e Responsabile Area Sociale della Cooperativa Starter

Premetto che il diritto di sciopero è sacrosanto, difendere e/o reclamare i propri diritti è giusto e doveroso.

I docenti universitari hanno indetto uno sciopero nazionale che sta interessando la corrente sessione di esami estiva per ottenere lo sblocco definitivo degli scatti stipendiali, 80 milioni di euro per le borse di studio, 6 mila concorsi per professori associati, 4 mila per ordinari e altrettanti per ricercatori a tempo determinato di tipo B.

Tutto ciò è corretto e condivisibile. Il nostro è un paese nel quale l’insegnamento è vituperato e scarsamente considerato come degno di cura ed attenzione. Ci si ricorda degli insegnanti solo quando, purtroppo, finiscono loro malgrado sulle pagine della cronaca per risse con studenti o genitori. Ed a poco vale la considerazione comune dei docenti universitari come agiati signori di mezza età seduti su polverosi e spesso poco utilizzati scranni ottocenteschi.
Non sono tutti così, tanti sono precari, e lo scatto contrattuale vale per l’operaio come per il cattedratico.

Ma il rovescio della medaglia sono gli studenti.
Migliaia di ragazzi spaesati girano per le nostre università carichi di ansia e frustrazione per appelli saltati, esami rimandati, sessioni di laurea posticipate. Tanti devono rimodulare il proprio vivere per conseguenza dello sciopero. Qualcuno ne pagherà forse care conseguenze (pensate a chi non potrà partecipare ad un concorso perché laureatosi la sessione successiva all’ultima utile alla partecipazione causa sciopero).

Le promesse di appelli suppletivi non stanno trovando piena realizzazione e le difficoltà aumentano per tutti. Lo sciopero è iniziato durante il governo vacante conseguentemente alle elezioni politiche di marzo, speriamo che dopo quella ci sia anche la risoluzione di questa vertenza che colpisce tante famiglie: dei docenti e degli studenti.

#giùlemanidagliappelli è l’hashtag con cui gli studenti contestano lo sciopero sui social scattandosi selfie con cartelli di protesta, come sono lontani i cortei studenteschi.

La “strana” rotta di Strange For Life

Abbiamo combattuto il tumore, supereremo anche questa avventura.
Sono le donne del team di Strange For Life a parlare della nuova e “strana” sfida che hanno lanciato per raccogliere fondi in favore dell’Ospedale Oncologico Businco di Cagliari.

Un equipaggio di 10 donne e 2 uomini il prossimo 5 agosto salperà dal capoluogo sardo su una canoa polinesiana in direzione San Teodoro, di fronte a loro solo il mare e 360 km da affrontare.

L’impresa è sicuramente difficile, come ha dichiarato Daniele Strano, a capo del progetto, poiché le donne a bordo hanno da poco superato la patologia tumorale.

Manca meno di un mese alla partenza e sicuramente gli allenamenti non potranno essere assidui e costanti ma tutto l’equipaggio è convinto di potercela fare.

E ovviamente lo siamo anche noi.

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