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Anno: 2018

Il college? Insegna a crescere stando insieme

di Guido Garau

Fateci caso. Le persone capaci di importanti gesti di cura, quando spiegano i motivi del loro agire, forniscono sempre risposte di rara semplicità: ho fatto quel che dovevo, chiunque avrebbe fatto lo stesso, non c’era altro da fare. Questo non significa che non abbiano un pensiero complesso: al contrario. La complessità spesso è facile da definire: basta una parola. Dovendo spiegare perché la vita comunitaria sia un elemento importante nella crescita individuale abbiamo provato a usare lo stesso principio. Mi racconti cos’è il College? Abbiamo chiesto ai nostri ragazzi. Le risposte sono state sempre semplici e stupefacenti.

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Quel desiderio inarrestabile di essere genitori

di Alessandra Calamida

Educare è una parola importante per qualsiasi genitore ed oggi è ancor più complesso, ogni età richiede una capacità di comprensione diversa, ma l’influenza della società poco educativa complica ulteriormente il ruolo delle famiglie. Bisogna educare noi genitori a capire le esigenze dei nostri figli ma allo stesso tempo c’è la necessità di educare gli altri all’adozione, in particolare tutte quelle figure di riferimento che avranno a che fare con i loro, per trattarli come tali, senza pregiudizi o preconcetti. In qualità di Mamma adottiva e presidente di un’associazione adottiva (AGA Associazione Genitori Adottati Onlus) posso dire che diventare genitori adottivi è un percorso non semplice. Vuol dire creare uno spazio fisico-mentale adatto al bambino che andremo ad accogliere, un bambino con una storia personale, tratti somatici e culture diverse dalla nostra. Tutto questo percorso è guidato da tante figure di accompagnamento, dai servizi socio sanitari, ai tribunali, alle associazioni familiari.

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Scuola, Dessena: l’istruzione è la vera scommessa dei nostri tempi

un’intervista di Andrea Matta

Giuseppe Dessena, classe 1972, è l’Assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna. Con lui abbiamo ripercorso le tappe delle politiche dalla Giunta Pigliaru messe in campo per il mondo dell’istruzione: scuola, Università, Ricerca e diritto allo studio.

Nella sua lettera di saluto agli studenti per l’inizio dell’anno scolastico ha scritto: «La scuola e l’istruzione sono la sfida dei nostri tempi e per le nuove generazioni». Fare educazione nella scuola è davvero una sfida?

«Sì, credo sia la vera sfida dei nostri tempi. La società cambia rapidamente. In passato i punti di riferimento per i giovani erano i genitori, la famiglia allargata, gli insegnanti e tutte le figure riconosciute come educatori. Oggi invece gli educatori, veri e falsi, si sono moltiplicati creando una enorme confusione. Internet e tutti gli stimoli che arrivano dalla rete, per fare un esempio, incidono in maniera sostanziale nella vita dei giovani, sulla loro formazione e sul senso di responsabilità. Gli insegnanti si devono cimentare in un terreno molto complesso: parliamo di un costante bombardamento di informazioni, non sempre sano per i giovani, specie quelli in età scolare. Cambia la società dunque, e la didattica, l’offerta formativa e gli insegnanti, devono necessariamente adeguarsi e stare al passo
con i tempi. Siamo chiamati a dare agli studenti gli stimoli e le competenze che li rendano preparati e competitivi. I docenti devono essere pronti per questa sfida e per questo motivo l’anno scorso abbiamo presentato una delibera del valore di 6 milioni e 500 mila euro dedicati a progetti per la loro formazione, in modo tale da fornire strumenti sempre più adeguati ad affrontare una società in costante evoluzione».

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Genitori pavesini e il terrore del limite

di Pier Paolo Cavagna

Scrivo questo breve articolo all’indomani dei fatti di cronaca nera che hanno investito, come un uragano, il mio piccolo paesino di provincia. È stata una settimana densa di appuntamenti in studio, per lo più di genitori di adolescenti. Tutti, o quasi, con gli stessi problemi: gestire i comportamenti dei propri figli. Figli che fumano, si cannano, escono alle cinque del pomeriggio e fanno rientro a casa alle cinque del mattino, figli che bevono, figli a cui non si può dire di no sennò ti devastano la casa, figli a cui non si possono dare delle regole sennò chissà cosa fanno. Non ho avuto, a colloquio, uomini e donne adulte. Ho avuto adolescenti che tentano di educare
adolescenti. Genitori Pavesini, come i biscotti. Rigidi fuori, senza peso, pieni d’aria dentro, che come li inzuppi nei problemi educativi della quotidianità si sfaldano in poltiglia, perdendo ogni consistenza.

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Da Mont’e Prama al fumetto: Lasio, Vinci e Nonnis per “Il Gigante di pietra”

Dalla pietra al fumetto. I giganti di Mont’e Prama prendono vita e si trasformano in “robottoni” nel fumetto “Il Gigante di Pietra” un fumetto di Marcello Lasio (sceneggiatore), Jean Claudio Vinci e Maurizio Nonnis (disegnatori), prodotto dall’Associazione Culturale Chine Vaganti e presentato in anteprima al Lucca Comics & Games 2018.

L’opera di studio e divulgazione della nona arte portata avanti dall’associazione ha portato gli autori ad ispirarsi alle scoperte archeologiche di Mont’e Prama, a Cabras, per realizzare un romanzo a fumetti che mette insieme le tradizioni sarde e i cartoni animati degli anni Settanta come Jeeg Robot d’Acciaio.

Ospiti del programma “Alle 21” su RSE Radio Sant’Elena, i tre creatori hanno raccontato il progetto, nato dall’esigenza di raccontare una storia che parlasse di “robottoni” come quelli che Lasio vedeva da bambino. L’idea iniziale prevedeva un fumetto che metteva insieme Devilman, Jeeg e i Brebus, in chiave horror e per un pubblico adulto. Durante la lavorazione – racconta Vinci – aggiustammo un po’ il tiro decidendo di rivolgerci a un pubblico più giovane, ma le venature horror sono rimaste quasi intatte. Per Nonnis, le fonti d’ispirazione sono molteplici: tutta la produzione di Go Nagai, L’attacco dei Giganti (Hajime Isayama) e chiaramente Il Gigante di Ferro della Warner Bros.

Questa la sinossi del fumetto: «Gigantesche creature demoniache attaccano la terra con l’intento di sterminare l’intera umanità. Mentre le grandi potenze mondiali cercano di organizzare una difesa efficace, l’adolescente Jonathan prende coscienza del proprio destino. Grazie alla conoscenza dei Brebus, dono di sua nonna, attiva un potente manufatto che gli permette di richiamare, dalle viscere della terra, un formidabile gigante fatto di pietra con il quale combatte per difendere la terra».

Durante l’intervista, spazio anche agli aneddoti sulla creazione del fumetto, sui personaggi, sull’esperienza del Lucca Comics & Games.  Clicca sulla foto per vedere la puntata sulla pagina facebook di RSE Radio Sant’Elena

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