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Anno: 2019

Un teatro capace di accogliere ed aprirsi al mondo

ANCHE A PAGINA 32 DELLA RIVISTA DI FEBBRAIO 2019

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di Francesca Pani e Mauro Mou – attori

Il teatro è luogo di incontro tra chi realizza uno spettacolo e la comunità che lo accoglie.

A partire dagli anni ’70 il teatro sociale si afferma come un vero e proprio movimento grazie al quale l’arte diventa anche strumento di emancipazione. Ci si oppone all’idea di un teatro elitario e si comincia a lavorare alla creazione di un teatro funzionale; un teatro che si occupa di cause sociali, di disabilità psichiche e fisiche, ma anche di processi educativi e scolastici.

L’arte viene intesa come critica alla società, stimolo a cambiare ciò che non funziona, a sostegno degli ultimi. Il teatro diviene luogo di accoglienza, in cui gli esclusi, gli emarginati dalla scena sociale (come spesso capita nel cinema, nei social o nella televisione) trovano una casa, un ruolo e diventano protagonisti.

Insomma il teatro diventa un vero esercizio di umanità, un laboratorio che insegna ad abbattere barriere, stereotipi e pregiudizi, e a lasciar spazio alla condivisione e all’empatia. Si scoprono nuovi confini personali e nuove frontiere di possibili convivenze. Il teatro si fa rito, urgenza della collettività.

E qui viene da chiedersi, ma qual è il segreto del teatro?

La risposta è molto semplice, il teatro è un gioco.

Partendo da questi presupposti il nostro fare teatro sociale si rivolge spesso anche ai più piccoli. Attraverso lo spettacolo Tre Bottoni e la casa con le ruote prodotto dal Cada die Teatro, incontriamo i bambini di tutte le scuole per parlare di accoglienza, di comunità e di una società possibile in cui possono stare tutti.

La locandina dello spettacolo

La trama

Raccontiamo la storia di un falegname, di nome Tre Bottoni, costretto a lasciare il proprio paese perché nessuno compra più i mobili che lui realizza con tanta cura, così decide di andare via e di costruirsi una piccola casa con le ruote, a misura del suo corpo. Durante il viaggio si presentano alla sua porta tante persone che arrivano da luoghi inospitali, ognuno con delle difficoltà da superare, e Tre Bottoni apre la porta e il cuore. Nonostante il poco spazio, grazie alla sua generosità si crea una grande comunità dove ci stanno anche il re e il suo cavallo.

Tre Bottoni è una reinterpretazione di un racconto di Gianni Rodari pubblicato nel 1969 sul Corriere dei Piccoli. Rodari era un autore che credeva nell’importanza del dialogo coi bambini, anche per temi importanti e difficili.

Bambini imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi.

Lettera ai bambini – Gianni Rodari

Utilizzava fiabe e filastrocche per esprimere la poetica degli umili, per battersi contro il disagio sociale, convinto che creatività e fantasia non servano ad evadere, ma siano strumenti per trasformare la realtà.

Per lo spettacolo utilizziamo elementi semplici, che possono però generare nel bambino stupore e meraviglia. Attraverso il linguaggio del corpo, della musica, della parola invitiamo ad andare oltre sé stessi, alla ricerca di una possibile felicità che nasca dal dono e dall’apertura verso l’altro.

Non solo recitazione

Lo spettacolo si accompagna anche ad un laboratorio nel quale mostriamo ai bambini come realizzare piccole marionette con materiale riciclato; mentre i bimbi scelgono quale espressione dare al proprio al personaggio, sperimentano loro stessi una comunità aperta a tutti.

In un momento in cui si alzano barriere e ci si chiude dentro le proprie case-fortezza, dove si è convinti ci sia tutto il necessario per stare bene da soli, la storia di Tre Bottoni parla di una casa capace di accogliere e aprirsi al mondo, alle diversità.

Il nostro corpo è la nostra prima casa, e attraverso questo possiamo conoscere, stringere una mano, abbracciare qualcuno e portarlo nel nostro cuore.

Sardinian Job Day: a breve la chiusura delle iscrizioni

di Davide Atzori

Stay hungry (già lo siamo) stay foolish (un poco alla volta)

E’ bene iniziare con una riflessione:

Ciò che rende questa iniziativa appetibile ai giovani sardi , è la possibilità di scelta.

La consapevolezza di avere un bagaglio di esperienze, di cultura, di competenze, di essere spendibili, incontra miracolosamente, come poche volte è successo, una considerevole richiesta.

Sono 250 le aziende che hanno messo sul piatto la bellezza di 3.600 offerte di impiego. L’offerta dovrebbe soddisfare la domanda. In un clima sereno di reciproco scambio, le aziende incontreranno tutte le persone interessate, il 24 e il 25 Gennaio alla Fiera Campionaria di Cagliari.

Sarà utile interfacciarsi con molteplici realtà imprenditoriali, poiché verrà incoraggiato il confronto e la conoscenza sulle nuove tecnologie in utilizzo , non mancheranno analisi riguardo le nuove dinamiche economiche e riflessioni sui cambiamenti nel mercato del lavoro.

Come iscriversi

Tramite i siti www.sardinianjobday.it e www.sardegnalavoro.it, sarà possibile registrarsi sulla piattaforma SIL, dove verrà chiesto di   compilare l’apposita sezione dedicata al CV e candidarsi di conseguenza al profilo che si ritiene più interessante e più adatto ai propri studi e capacità.

Le iscrizioni hanno validità fino all’8 Gennaio, dopodiché gli operatori dei Centri per l’impiego procederanno a valutare le  caratteristiche e i meriti dei singoli aspiranti, dando il via ad  una prima fase preliminare.

L’80% per cento dei posti messi a disposizione sono a tempo indeterminato, il che fa ben sperare in un futuro professionale meno precario.

La vera sfida è quella non solo di coinvolgere i disoccupati e i giovani, ma di rendere “ globale” la ricerca di un’occupazione in una realtà spesso troppo asfitica e provinciale come quella sarda, ricca di talento ma scevra di occasioni. Per quanto riguarda le vacancies all’estero, i posti sono attualmente 90, e i settori privilegiati sono quello sanitario e ICT.

Questo tipo di politica sul territorio è certamente una scommessa che potrà ridare, si spera, anche nei prossimi anni opportunità a chi ne ha bisogno.

Saldi al via, i dati della Confcommercio Sardegna

Dopo le spese di Natale inizia la corsa ai saldi. Sabato 5 gennaio partono ufficialmente i saldi invernali in Sardegna e proseguiranno fino a martedì 5 marzo.  La partenza sarà sprint con percentuali di sconto che vanno dal 30% al 70%. Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio Sardegna, i sardi spenderanno 103 euro a testa, 235 a famiglia per per abbigliamento, calzature e accessori. I numeri sono in leggero calo rispetto al 2018 (105 euro pro capite, 239 euro a famiglia) e sotto la media nazionale con 140 euro a testa e 325 per famiglia. In termini percentuali, il 46,6% dei sardi spenderà una cifra tra i 50 e i 100 euro; il 33,8% dei sardi spenderà sino a 50 euro; il 13,8% spenderà tra i 101 e i 200 euro mentre il 5,8% spenderà oltre 200 euro.

Per il direttore di Confcommercio Sud Sardegna, Giuseppe Scura, la diminuzione delle temperature potrebbe portare molti sardi ad acquistare capi d’abbigliamento per rinnovare il guardaroba. Scura spiega in una nota che «Per dare una spinta ai consumi servono azioni di sistema che permettano ai consumatori di avere un maggiore potere d’acquisto e ai commercianti di poter continuare a stare sul mercato: quindi politiche di sostegno e rilancio dei consumi ma anche regole certe e moderne».

Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio Sardegna, mette l’accento sulle regole che spesso non vengono rispettate dagli esercizi commerciali: «I saldi vengono anticipati prima del loro avvio ufficiale – si legge in una nota –  Quindi sono necessari più controlli non solo sul fronte dell’abusivismo, ma anche sulle vendite promozionali dilaganti prima dell’avvio ufficiale dei saldi, in modo da non penalizzare tutti i commercianti che si attengono scrupolosamente alla normativa regionale. Sul fronte della lotta alla contraffazione negli ultimi tempi sono stati registrati passi avanti grazie all’impegno delle forze dell’ordine, ma non dobbiamo abbassare la guardia», conclude Bertolotti.

Sul corretto acquisto degli articoli in salto, Confcommercio ricorda cinque regole. La possibilità di cambiare il capo dopo l’acquisto è lasciata alla discrezionalità del negoziante. Se il prodotto è danneggiato o non conferme scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo. Nel caso ciò risulti impossibile è possibile la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Non c’è l’obbligo della prova dei capi (anche in questo caso ci si rimette alla discrezionalità del negoziante). Per i pagamenti devono essere accettate le carte di credito. I capi proposti in saldo devono avere carattere di stagionalità o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Nulla vieta al commerciante di mettere in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. Infine, il negoziante ha l’obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

Due nuove opere per Manu Invisible

Si chiamano “Sguardi” e “Appartenenza” le due nuove opere dello street artist cagliaritano, Manu Invisible, ospitate e commissionate dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari a fine 2018.

“Appartenenza” racconta le Domus de Janas e le statue commemorative di Dee madri “un epoca in cui la donna, in Sardegna e nel Mediterraneo era vista come divinità, simbolo di abbondanza e di luce, non la figura strumentalizzata dai media che conosciamo oggi.
La Donna ha da sempre avuto un unico ruolo, quello di dare e ricevere la vita” scrive l’artista sulla sua pagina facebook.

L’opera “Sguardi”, ospitata nell’aula conferenze del Museo, è un omaggio agli sguardi solenni dell’epoca nuragica. “Giganti di Mont’e Prama, Bronzetti di guerrieri o Dea madre, ma anche il busto di Traiano e la Maschera Ghignante di origine Fenicia, che continuano a osservarci attraverso un profondo senso di appartenenza, un concetto antico di migliaia di anni, che ancora ci rappresenta” racconta l’autore in un post.

[Foto tratte dalla pagina facebook Manu Invisible]

Gelo in arrivo sulla Sardegna

Entro sabato 5 gennaio non sono da escludere brevi episodi nevosi fino a quote collinari. Dopo le festività dal clima temperato ci si appresta a quello che ormai da anni sta sostituendo il periodo più classico legato all’inverno.

L’ingresso del grecale che si sta sostituendo al maestrale garantirà una riduzione di piogge anche se già nelle prossime ore si prevede una forte diminuzione delle temperature con rischio nevicate anche a bassa quota.

Queste le temperature minime delle prossime 24 ore:

  • Cagliari: 4 °C
  • Oristano: -2 °C
  • Nuoro: -3 °C
  • Sassari: 1 °C
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