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Anno: 2021

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Il volontariato tra i beni immateriali dell’Unesco

La realtà del volontariato in Italia si è dimostrata determinante in questo periodo di pandemia. Oltre 6,3 miliardi di volontari attivi, di cui più di 4,14 milioni in organizzazioni strutturate. Sono impegnati nell’assistenza, nella protezione civile, nella cultura, nel tempo libero, nella conservazione del patrimonio artistico, nello sport non agonistico, nella ricerca scientifica o nella cooperazione. Un fenomeno fortemente radicato in maniera capillare su tutto il territorio nazionale e in continua crescita.

Come sostenuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – nell’intervento in occasione della cerimonia di inaugurazione di “Padova capitale europea del volontariato” – “Il volontariato è un’energia irrinunciabile della società. Un patrimonio generato dalla comunità, che si riverbera sulla qualità delle nostre vite, a partire da coloro che si trovano in condizioni di bisogno, o faticano a superare ostacoli che si frappongono all’esercizio dei loro diritti”.

Il Volontariato come bene immateriale dell’Umanità Unesco.

Lo scorso 16 giugno, è stata presentata al Senato la candidatura transnazionale del Volontariato a bene immateriale dell’Umanità Unesco. Il comitato promotore, che sostiene l’appello, vede schierati, tra molti altri, Emanuele Alecci (Presidente Padova capitale europea del volontariato), Andrea Carandini (presidente del Fai), Francesco Rocca (presidente della Croce Rossa Italiana), Fabrizio Pregliasco (presidente Anpas), personalità del Terzo settore, del giornalismo, della politica (da Andrea Orlando a Enrico Letta, da Matteo Renzi a Matteo Salvini, ad Antonio De Poli), e il vicepresidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato.

“Una forza incredibile e un motore autentico della nostra società“, dicono i promotori. “Una rete sociale, indispensabile per costruire quel cambiamento nelle priorità del nostro vivere civile, per non farci trovare impreparati di fronte alle nuove domande sociali e per garantire la qualità della nostra democrazia sempre più bisognosa di un’educazione al bene comune”. Ora, dicono, “si tratta di un patrimonio prezioso da preservare e diffondere. E mai come oggi questa consapevolezza diviene un’urgenza”.

La candidatura rappresenta formalmente l’atto conclusivo del percorso che ha visto Padova ricoprire il ruolo di Capitale Europea del Volontariato ma anche il primo passo di un percorso che prevede un lavoro costante e impegnato, che si propone di costruire importanti collaborazioni con le grandi reti europee di volontariato, al fine di avviare congiuntamente la candidatura all’Unesco. L’obiettivo di ogni Paese, spiega Emanuele Alecci, sarà quello di “lavorare su un dossier che risponda al formulario previsto per le candidature immateriali all’Unesco. Il materiale predisposto da ogni Paese diverrà un unico documento che sarà consegnato all’Unesco a sostegno di questa simbolica, ma quanto mai attuale candidatura. Un lavoro che avrà bisogno di almeno 12 mesi di iniziative e di impegno per il Comitato Promotore e per quanti vorranno aiutarci in questa avventura”.

Un valore per la nostra società

Il valore del volontariato è quindi un vero e proprio patrimonio per la nostra società e, come ricorda Giuliano Amato, Vicepresidente della Corte Costituzionale, per il perseguimento del bene comune: «le persone che incarnano il volontariato e le attività che esse svolgono portano in sé, e fanno vivere, principi fra i più essenziali per la convivenza e la collaborazione delle tante diversità che dovranno vivere insieme nel mondo che ci aspetta: il principio di solidarietà, nutrito dalla forte sensibilità per l’interesse altrui e la ricerca, su questa base, del bene comune. Ne abbiamo tutti bisogno».

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AUDAX1000, tre giorni di avventura sulle strade sarde

Tre giorni e mille chilometri sulle strade sarde. Da venerdì 11 a domenica 13 giugno, per il secondo anno consecutivo in Sardegna, si è svolta l’AUDAX1000: una avventura per motociclisti appassionati, capaci di macinare chilometri tra piccoli paesi, osterie, ristori, tornanti, curve, salite e prati verdi. Nata nel 2012 come gara di Gran Fondo, iscritta al campionato Italiano FMI (Federazione motociclistica italiana), l’AUDAX1000 è arrivata alla sua settima edizione.

Il programma. Venerdì 11, la carovana di undici motociclisti – la metà provenienti dalla penisola – è partita da Cagliari per raggiungere la miniera dell’Argentiera in provincia di Sassari. Ad accoglierla la squadra dell’associazione Landworks che sta riqualificando l’area attraverso progetti di valorizzazione e rigenerazione del sito.  Sabato 12, la prova speciale dall’Argentiera all’ecoparco di Neulè in provincia di Nuoro. Una prova di orientamento con partenza alle prime luci del giorno. A disposizione dei motociclisti una carta geografica e un orologio. L’uso del cellulare e del navigatore sarebbero costati una penalità. Una prova in stile vintage che è piaciuta ai partecipanti.  Domenica 13, gli ultimi chilometri: da Neulè sino a Sinnai – cava della Ca.Gi.Ma – che ha accolto, come da tradizione, amici e parenti per festeggiare la riuscita dell’evento. La manifestazione è stata nel segno della solidarietà. I motociclisti hanno donato un defibrillatore all’associazione Landworks.

L’evento precede la “Sardinia Rumble – Trofeo Scrambler FMI” organizzato dall’MC Motocicli Audaci – collettivo di cui fanno parte i fondatori di Mototaccuino, Alessio Ferrari e Nicola Manca, e Asphalt&Gravel – in programma sabato 3 e domenica 4 luglio a Sinnai. 

AUDAX1000 – nato con finalità di promozione del territorio, lontano dalla carta patinata ma proprio per questo vero e autentico spaccato dell’Isola, e di raccolta fondi per che verranno destinati ai progetti di beneficenza  – è stata realizzata grazie al supporto diRedwings, Guang, Impasto, Ca. Gi. Ma.

Foto di Andrea Caredda
Video sequenza di On an Island

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A Quartu la Festa della Musica unisce le generazioni

L’Antica Casa Olla si é fatta palco dal 19 al 21 giugno grazie alla Festa della Musica organizzata a sostegno dei lavoratori dello spettacolo.

Bob Montalbano Swing Bros

Tre giornate all’insegna della musica e della socialità, un alternarsi di generi e generazioni differenti, il tutto in uno dei luoghi più iconici del centro città di Quartu Sant’Elena. La festa della musica è iniziata sabato 19, aperta dai giovani e promettenti Musalibre. Il rock leggero del trio ha illuminato la festa con l’energia di chi é agli inizi ma sa già esattamente come fare spettacolo. “Penso che quest’ultimo anno, in cui ci siamo potuti far sentire solamente a distanza, senza il calore del pubblico vissuto al momento, ci abbia fatto un po’ da maestro” commentano i Musalibre, riferendosi alla situazione Covid-19.

I Musalibre

“Abbiamo capito quanto ci è mancato portare la nostra musica al di fuori della solita sala prove, che suona sempre un po’ fredda. È questo il momento di farlo, di riaccendere la strumentazione e farsi sentire”. Per il trio di musicisti eventi come la Festa della Musica “sono essenziali per tutti quegli artisti che come noi non vogliono buttare la spugna e continuano ogni giorno a portare avanti quello che più amano.”

La serata è proseguita con l’esibizione di Walter Putzu e poi con le contaminazioni Folk dei Glee’s. Si sono quindi alternati la C Band, Nues e il giovanissimo Ziani-Jay DJ alla sua prima esibizione live e Ignazio Deligia. La chiusura di ogni serata é stata affidata alla Bob Montalbano Swing Bros. Band, co-organizzatori della serata. A detta del frontman Roberto “Bob” Montalbano “vedere i ragazzi, i giovani adulti e gli artisti di sempre condividere lo stesso palco e farsi motore è il cuore dell’evento”.

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Dan. & Alberto Pantaleo

Di pomeriggio apre la seconda giornata il Coro di Nuoro, rappresentante della tradizione. Nella serata si aggiungono i No Dubbi No, che il bassista Marco Belfiori definisce “una band sperimentale. Come i vaccini, potremmo farvi venire la febbre”. Sale sul palco subito dopo il cantautore ventinovenne Dan. accompagnato dal produttore e polistrumentista Alberto Pantaleo, al basso. Nonostante la pioggia il duo ha presentato un estratto dall’album di rock acustico “No”. Seguono le esibizioni di Ninni Montalbano, i raffinati Radio Breska e dopo il tramonto Startup, Gianluca Nuggianu, Smooth Project e la chiusura dei Bob Montalbano Swing Bros.

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No Dubbi No

Nel pomeriggio di Lunedì 21 apriranno la serata gli Allievi della Scuola di Musica Luigi Rachel seguiti da Walter Putzu e i dj set dal vivo. Intorno all’ora di cena sono in programma i Nineteen Spirit, il progetto “Gi no ar’essi Jazz”, Anzy Ro e, in chiusura, il co-organizzatore Bob Montalbano, sempre supportato dalla Swing Bros. Band.

Ziani-Jay

L’evento é stato organizzato in collaborazione dall’associazione culturale Il Formicaio, Bob Montalbano Swing Bros., l’associazione Cambiamo Quartu, la Scuola Civica di Musica Luigi Rachel e l’Associazione Turistica di Quartu Sant’Elena, con la partecipazione della gestione Antica Casa Olla.

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Il Solstizio D’estate tra stelle e turismo

Nei giorni del Solstizio d’estate 2021 la Rete Astroturismo Sardegna organizza un ciclo di eventi a tema astronomia, archeoastronomia e archeologia.

Lunedì 21 Giugno il solstizio segnerà ufficialmente l’arrivo dell’estate. Da un punto di vista astronomico, il Sole raggiunge il valore di declinazione positiva massima. Più semplicemente, avremo il dì più lungo dell’anno, dopo il quale le giornate si accorceranno progressivamente.

Per celebrare il solstizio d’estate e immergersi nelle bellezze naturali e archeologiche del territorio, Astroturismo Sardegna propone una serie di eventi legati agli astri, al territorio e all’archeologia. Iniziato all’alba del 19 Giugno, il ciclo “Gli antichi, il Sole e la Luna” permetterà di visitare i siti e i monumenti sparsi per l’isola all’alba, al tramonto o durante la notte, così da tenere gli occhi puntati al cielo.

Si é tenuta stamani all’alba la visita al Nuraghe Voes, attività inaugurale del ciclo. I partecipanti hanno visitato il sito e il villaggio nuragico per avventurarsi successivamente alla scoperta dei miti e dei riti legati al solstizio d’estate. Contemporaneamente, alla Chiesa di San Pietro delle Immagini in Bulzi, i turisti hanno potuto scandire le ore monastiche. A Lanusei, invece, si è osservato il Sole con un telescopio speciale e si è visitato il Parco Archeologico Bosco Seleni.

Previste anche attività pomeridiane, serali e notturne. Tutte le attività in programma sono guidate da astronomi, archeologi, e guide esperte e qualificate. Il ciclo terminerà Domenica 27.

Per gli antichi della nostra cultura, il solstizio è uno dei momenti più importanti dell’anno. I nuraghi, similmente ad altre antiche opere, testimoniano con il loro orientamento e allineamento la funzione simbolica e il legame cielo-terra espressi in momenti peculiari come il solstizio d’estate.

gruppo di confronto S.Stefano

Un percorso di sviluppo e crescita comunitaria

Avviato nella Parrocchia di Santo Stefano il gruppo di confronto per le attività della pastorale sociale e del lavoro

“Lo sviluppo integrale dell’uomo alla luce del Vangelo” è questo il titolo dell’incontro che si svolto sabato 12 giugno nel salone parrocchiale della Parrocchia di Santo Stefano a Quartu Sant’Elena, aperto dal parroco Mons. Giulio Madeddu come avvio di un gruppo di pastorale sociale parrocchiale, che può essere a disposizione per l’intera comunità cittadina per creare esperienze di crescita e sviluppo locale. Sono intervenuti per i saluti prima la presidente della Commissione comunale alle Politiche sociali Marina del Zompo, che ha presentato come in città si stia cercando di affrontare le difficoltà con una grande armonia all’interno dell’amministrazione tra maggioranza e minoranza, e si mette a disposizione del lavoro che la pastorale sociale vorrà proporre; poi il presidente del Parco del Molentargius, Stefano Secci, che ritiene sia necessario mettersi in ascolto in un momento di grande difficoltà durante la pandemia, ricordando la sua partecipazione alla scuola di formazione della diocesi circa vent’anni fa ha ricordato come oggi sia importante confrontarsi, un accenno al contesto del Molentargius soprattutto dal punto di vista del creato e del bene sociale che l’ area verde deve rappresentare.

I lavori sono stati guidati da Don Ignazio Boi, diacono e direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale sociale e del lavoro, che è succeduto a Don Giulio nell’incarico diocesano, “Un ringraziamento a Don Giulio per questa proposta di pastorale parrocchiale” ha detto, “che ben si inserisce nel nostro percorso diocesano per il dopo pandemia”. “Ipotesi e prospettive della Pastorale sociale diocesana per il dopo emergenza” è il titolo del progetto diocesano, presentato durante l’incontro, che mira ad affrontare e vivere il cambiamento del prima e del dopo, ciò che abbiamo affrontato come distanziamento, isolamento e protezione rapportandolo a quando ci distanziavamo dagli altri, ci si chiudeva in se stessi e si aveva diffidenza negli altri. “#andràtuttobene si diceva, ma non è andato per niente bene. Morti, crisi economica e sociale e anche psichica” ha proseguito Ignazio Boi, “ non siamo nella stessa barca ma nella stessa tempesta su barche diverse”.

Boi citando Papa Francesco “…peggio di questa crisi c’ è solo il dramma di sprecarla chiudendoci in noi stessi” ha sottolineato che, da questo incontro, si può essere migliori perché dopo una crisi si esce meglio o peggio, non come prima e bisogna coglierne l’occasione, è ricordato che la chiesa di Cagliari ha avviato una lavoro di riflessione tra la crisi sociale e la pandemia, non un documento ma uno strumento aperto da utilizzare.

Persona, comunità, educazione e lavoro sono le quattro parole chiave della riflessione, strumento per la ripartenza delle nostre comunità e dei loro bisogni, attraverso opere di carità (Banca del tempo e centri di ascolto), impegno civile ecclesiale nella partecipazione e nell’ambiente, la scuola e la formazione e politiche attive volte alla crescita professionale. I principi della dottrina sociale della chiesa: vedere (studio), giudicare (preghiera), agire (azione) guidano il percorso per i beni comuni, il cambiamento, pastorale “itinerante” e una resilienza trasformativa. #passioltrelacrisi è quindi il percorso avviato per passare dalla divisione alla con-divisione.

Il secondo intervento è stato quello di Gilberto Marras, componente dell’equipe della pastorale sociale diocesana e direttore di Confcooperative, che ha ritenuto l’incontro di oggi un importante lavoro di comunità. Attraverso un’analisi del contesto in cui viviamo, legato al capitale e alle sue forme, ma anche alla organizzazione del contesto sociale e sanitario. “Un nuovo modo di organizzarsi che non sia un ritorno al passato, un agire passando attraverso i principi della Chiesa che mette al centro le persone, in particolare i più poveri.”

Marras ha presentato l’esperienza della Parrocchia di San Giovanni Bosco a Selargius e dell’Associazione Mario Serafin (CGS) che con centinaia di bambini, ragazzi e decine di famiglie coinvolti in un percorso di crescita, formazione, cultura e sport, molto attive prima del COVID, saranno alla base della ripartenza, con un’attenzione agli spazi che devono essere riorganizzati e migliorati in base alle necessità sanitari comprese in quest’anno. “Realtà come queste devono essere strumenti per la Chiesa e per la sua azione, serve guardare al sociale e alla crescita con la collaborazione tra realtà diverse e poi le risorse arriveranno” ha concluso Marras.

Il terzo contributo è stato quello di Sara Farris, animatrice del Progetto Policoro diocesano e delegata alla prossima Settimana sociale dei Cattolici italiani che si terrà il prossimo ottobre a Taranto. “Il progetto ha il compito di formarci su tematiche nuove” ha detto, “per darci strumenti utili per creare imprese autonome”. Il progetto Policoro è una realtà coordinata dalla Pastorale sociale del lavoro, dalla Pastorale giovanile e dalla Caritas. Ha presentato le Settimane sociali, nate per affrontare i problemi e non solo per studiarli, come è stato fatto a Cagliari nel 2017 il cui tema era “Il lavoro che vogliamo, libero creativo, partecipativo e solidale”. A Taranto il tema sarà “Il pianeta che speriamo: ambiente lavoro e futuro” con la parola chiave #tuttoèconnesso. L’animatrice ha presentato le proposte che verranno portate dai giovani: assistenza di prossimità, studenti al centro, PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) – turismo, mappatura dei beni ecclesiastici in disuso, spazio ai giovani, Pillole di comunicazione. “Per noi giovani questi lavoro può essere uno spunto importante per la nostra crescita”.

L’incontro, trasmesso in diretta sulla pagina Facebook della Parrocchia, si è concluso con un breve dibattito tra gli intervenuti in presenza e con un saluto dell’Arcivescovo di Cagliari Mons. Giuseppe Baturi, sulle necessità di nuove idee e iniziative anche alla luce delle testimonianze degli interventi, Don Giulio Madeddu ha rilanciato ad un prossimo incontro per costruire insieme un’attività progettuale che crei sviluppo sociale.

[Foto F. Piludu]

Mons. Giuseppe Baturi
Un momento dell’incontro
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