fbpx
  • Home
  • Alessandro Atzeni

Autore: Alessandro Atzeni

Mattematics, la matematica diventa social

Matteo Serraamministratore di Mattematics, il profilo Instagram che si pone come obiettivo quello di insegnare la matematica ai propri follower, racconta questa missione ai microfoni di RSE Radio Sant’Elena.

https://www.instagram.com/mattematics7/

Perché hai voluto aprire questo progetto?

L’obiettivo principale è quello di fornire un aiuto ed un supporto immediato a chi mi segue.

Quello che mi son sempre detto quand’ero studente, era che mi mancasse il poter trovare online un esercizio immediato che mi potesse aiutare a svolgere i miei compiti.

Tutto ciò che si trovava erano lezioni su YouTube di almeno un’ora ma svolte sempre da professori, quindi col metodo di un professore, insomma, delle vere e proprie ripetizioni.

Quindi mi son detto, voglio fare qualcosa di veloce, esercizi in pillole in cui i consigli che do sono sullo svolgimento e sull’argomento trattato.

La dimensione social è molto importante perchè posso coinvolgere tramite la rubrica domenicale “A voi la scelta”, chi mi segue.

In questo modo possono proporre o votare tramite un sondaggio, l’argomento che vorrebbero svolgessi.

Negli argomenti trattati cerco per quanto più mi è possibile di seguire il programma che si sta facendo nelle scuole.

Il livello che volevo tenere era quello dei ragazzi al quarto e quinto anno di un liceo scientifico, dalla maturità imminente, poi però ho spaziato con gli argomenti poichè mi hanno cercato anche ragazzi dell’università che devono preparare “Analisi 1” ad esempio.

Sono una specie di fratello maggiore che spiega un esercizio di matematica, l’ho voluto fare col desiderio di mettere a disposizione su uno strumento moderno come il social, qualcosa che sapessi fare.

Do ripetizioni da parecchi anni quindi ormai so dove sono carenti i ragazzi.

È interessante quindi l’uso che viene fatto del social.

Molte persone oggi si lamentano perché i ragazzi lo usano continuamente “chissà per far cosa”, ecco, molte volte fanno anche cose utili come questa.

Concludiamo facendoci di una domanda:

queste attività di divulgazione scientifica possono entrare in curriculum e far acquisire punteggio ai candidati?

Ah ma è satira!?

Simone Gungui, amministratore delle pagine Facebook parodia “Luigi di Majo” e “Alessandro di Batista”, racconta la sua esperienza di satira e censura online ai microfoni di RSE Radio Sant’Elena.

Come ti è venuto in mente di creare queste pagine?

È iniziato tutto a settembre, a partire da un post che pubblicò il vero Luigi Di Maio, che sembrava esso stesso una parodia.

Allora iniziai per scherzo a farne io la “vera” parodia, quasi per gioco.

Questo gioco in due settimane raggiunse una dimensione importante con 15 mila fan, poi due settimane dopo aggiunsi quella di Di Battista che si trovava in quel periodo in Sud America.

Io l’ho immaginato come un finto umile che si vantava sui social di andare a sfamare i bambini poveri, e insomma è iniziato tutto da qui.

Poi hai fatto parlare anche il figlio

Ho avuto quest’intuizione partendo, come sempre, dai loro profili originali.

Ho notato che su Instagram, Alessandro Di Battista, pubblicava le foto insieme alla moglie ed al figlio, che ha meno di due anni, quindi ho immaginato che il figlio si mettesse a parlare meglio di Luigi Di Maio.

Da quel momento si sono scatenati i commenti di coloro che, non avendo capito che fosse una pagina satirica, scrivevano che fosse impossibile che quel bambino potesse parlare!

e da li i commenti di coloro che, non capendo che la pagina fosse di satira, dicevano è impossibile che questo bambino possa parlare

Quindi è capitato che le scambiassero per pagine reali e che prendessero per vere le tue dichiarazioni?

Sì, inizialmente ho un po’ sopravvalutato le persone (ironico), ho creato apposta la pagina col nome storpiato e, come se non bastasse, ho anche aggiunto nelle info di descrizione: “Pagina satirica” con l’indirizzo “@dimaioparodypage”.

Credevo che queste tre informazioni bastassero per far capire l’intenzione della pagina, ma comunque un buon 30% dei lettori continuava a cascarci, tant’è vero che questo costrinse Facebook a bloccarmi e mettermi davanti ad una scelta.

Una mattina infatti trovai un messaggio di Facebook che diceva: hai due opportunità, o cancellare la pagina o accettare la modifica del nuovo nome, ossia “Non ufficiale: Luigi di Majo”

Questo succedeva ad inizio novembre, però qualche giorno fa queste pagine sono sparite, perché?

Nessuno lo sa, non ho ricevuto alcun messaggio da parte di Facebook.

Non è successo solo a me, anche altre pagine sono scomparse tra cui “Di Maio che facesse cose”, gestita da Andrea Cecchin, un amico che ho contattato e a cui è successa una cosa fantastica:

Luigi Di Maio, quello vero, lo ha contattato dicendogli che il giorno dopo avrebbe chiamato Facebook per far tornare operativa la sua pagina.

Inizialmente credevo fosse un ulteriore fake ma la conferma che fosse l’originale è arrivata quando ho chiesto ad Andrea come avesse fatto Di Maio ad avere il suo numero.

Venne fuori che gli era stato dato da Chiara Appendino, sindaco di Torino per il Movimento 5 Stelle.

Com’è stato possibile vi chiederete.

La motivazione è che questo ragazzo gestisce anche un’altra pagina dal titolo “La Appendino proibisce cose”, che fu bloccata mesi fa da Facebook e la cui sindaca si è mobilitò per farla tornare attiva.

Infine questa mattina ho visto che tutte le pagine, comprese le mie sono tornate attive.

Per concludere, quanto è importante fare satira in Italia, quanto è difficile e quanto i protagonisti ci stanno aiutando?

Questo governo ci offre degli spunti impareggiabili, credevamo anni fa con Berlusconi o col PD di aver raggiunto livelli molto elevati ma in realtà li stiamo toccando ora.

Carbosulcis cambia rotta: innovazione e ricerca i nuovi obiettivi

Dal 1° gennaio l’ufficialità della notizia ormai diventata prassi da qualche tempo, la Carbosulcis ha smesso di estrarre il carbone così come deciso dalla Commissione Europea che ha approvato 4 anni fa il piano di aiuti per la conclusione dell’estrazione del minerale.

Le nuove parole d’ordine: innovazione e ricerca

I due nuovi obiettivi sono posti all’interno del Piano industriale 2018/2022 approvato dalla Giunta regionale, definito dall’assessore all’industria Maria Grazia Piras come un momento storico.

Cosa prevede il piano industriale 2018/2022?

  • La riconversione del sito tramite avvio di nuove attività finanziate con risorse proprie e con incentivi nazionali;
  • collaborazioni strategiche con altre società partecipate dalla Regione Sardegna (Igea e Sotacarbo);
  • la realizzazione di un nuovo lotto di discarica per rifiuti non pericolosi, il progetto Aria (in collaborazione con l’Infn);
  • un programma di ricerca e innovazione, insieme all’Università di Cagliari per verificare la fattibilità dello stoccaggio di energia in sottosuolo;
  • la messa in sicurezza delle infrastrutture in sottosuolo e delle aree di superficie della miniera, così come previsto dal piano di chiusura dei siti.

20 anni dopo

di Alessandro Atzeni

20 anni dopo è il romanzo successivo a I Tre Moschettieri, in cui Alexandre Dumas colloca molto tempo dopo D’Artagnan e tutta la compagnia.

Le avventure del primo libro paiono sbiadite ma mai dimenticate del tutto, anzi, fonte quotidiana di crescita culturale sia personale che collettiva.

Queste avventure sono le stesse che Fabrizio de Andrè ha continuato a regalarci nei vent’anni successivi alla sua scomparsa, continuando a presentarci costantemente, in ogni avvenimento sociale di questo paese, la sua visione dei fatti.

Alla Sardegna Faber era legato visceralmente, tanto da averci vissuto dalla seconda metà degli anni settanta, per tutto il resto della sua vita, per questo oggi, vent’anni dopo, lo vogliamo omaggiare con l’ascolto dell’album dedicato all’Isola, un album inizialmente senza titolo, poi ribattezzato l’Indiano.

Intervista – La notte dei licei classici 2019

di Davide Atzori

[foto tratta dalla pagina Facebook Notte Nazionale del Liceo Classico]

Dopo la campanella, poco prima della lezione.

E’ il quinto compleanno per la Notte del liceo Classico a Cagliari.

Cinque anni sono tanti per un’iniziativa nata dalla diabolica idea di un professore siciliano, Rocco Schembra, che ha pensato di aprire al pubblico l’ingresso dei licei classici italiani, portatori sani di calcinacci e lancio dello sbuffo.

Almeno per una notte gli studenti potranno esorcizzare i casermoni adibiti all’istruzione, esibendosi in attività intellettuali volte alla valorizzazione della musica, della letteratura, del teatro, della poesia e della danza.

Chiunque potrà assistervi, a patto che si spogli da ogni preconcetto e sia disposto a vedere la bellezza anche dove apparentemente non c’è per fare un carico di cultura somministrata con eleganza e delicatezza.

Saranno tre le scuole cagliaritane partecipanti (i licei Dettori, Siotto ed Euclide), venerdi 11 Gennaio dalle ore 18.00 alle 24.00.

A seguire l’intervista alla professoressa Letizia Fassò, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Dettori. Ho fatto un po’ di  fatica a porle le domande poiché durante i miei anni grigi dello scientifico è stata una mia insegnante e Dio solo sa quanto la sudditanza psicologica giochi brutti scherzi.

Si nasce alunni e si muore alunni.

Sono tanti gli spunti interessanti.

Fin dal principio  si è fatta chiarezza sugli obbiettivi dell’iniziativa, sullo stato di salute culturale tra i giovani liceali e sui cambiamenti generazionali.

Sono emerse riflessioni sull’importanza dell’informazione, sulla quotidiana lotta dei professori contro il disinteresse, su quanto sia difficile competere contro l’uso smodato degli smartphone.

Entrambi concordiamo sul fatto che la serata di venerdì abbia un grande potenziale.

Docenti e alunni hanno lavorato in sinergia, arricchendosi a vicenda, vincendo forse alcuni timori dettati dai rispettivi ruoli.

A questo giro mi sono preso una piccola soddisfazione: fingere di interrogarla.

Ci parli di questa iniziativa. Perché dovremmo andarci?

E’ nata quasi cinque anni fa in un liceo siciliano. L’obbiettivo era ed è tuttora quello di valorizzare la formazione del Liceo Classico con i suoi protagonisti: gli studenti. Ogni ragazzo che ha deciso di partecipare l’ha fatto di sua spontanea volontà e questo è ammirevole. È un’iniziativa rilevante poiché l’atmosfera che si viene a creare è di piacevole e allo stesso tempo caotica partecipazione. Durante le scorse edizioni c’è stata perfino una ressa di persone.
È stato un chiaro segnale di riuscita.

Ritiene che questo genere di manifestazioni possano essere utili per stimolare la sete di  conoscenza nelle nuove generazioni, in particolar modo nei confronti delle discipline classiche?

Secondo me sì, e ci tengo a precisare che ogni anno vengono invitati i ragazzi delle medie che hanno espresso preferenza verso gli indirizzi umanistici, accompagnati dai loro genitori. I giovani possono e devono appropriarsi con la loro vivacità della cultura classica.

Liceo classico come fucina di talenti, o è il talento a scegliere il liceo classico?

La preparazione del classico non sforna talenti e non è superiore a quella degli altri istituti.  La formazione è a tutto campo, apre la mente. Fino a pochi anni fa c’era da parte delle generazioni passate un vivace desiderio di informazione. Oggi c’è un calo di attenzione dovuto probabilmente alla tecnologia. Noto poco coinvolgimento nei confronti dell’attualità, verso ciò che sta fuori il perimetro del proprio naso. La sfida è far capire ai giovani che leggere è bello, che l’immediatezza che si può avere dai video online non è poi così utile ed appagante sulla lunga distanza.
È meglio focalizzarsi sull’interesse e la passione. Entrambi se coltivati possono dare grandi soddisfazioni. Il talento in ogni caso deve essere estrapolato e trattato con cautela.

Questa girandola di condivisioni virtuose può spazzare via i pregiudizi negativi riguardo gli studenti?

È certamente positivo mostrare coi fatti  un lato della medaglia completamente antitetico a quello del bullismo, dell’apatia, del mancato rispetto verso le autorità scolastiche etc.  Un bel modo per combattere i pregiudizi è smentirli. Ovviamente ogni allievo deve costantemente lavorare su se stesso.

La notte del liceo non rischia di diventare un’operazione intellettuale eccessivamente elitaria?

No, anzi ritengo che anche gli alunni degli altri istituti dovrebbero sentirsi coinvolti, principalmente per curiosità, per vedere qualche volto amico, anche per passare un venerdì divertente e vedere altro. È un’occasione per tutti. Da noi al Dettori, già da qualche anno, il catering è curato dai ragazzi dell’istituto Azuni. Alcuni sono portatori di handicap. Una collaborazione affascinante dove ciascuno ha la possibilità di mettere in mostra le proprie capacità.

PS logo inverted


Profilo Sociale - Periodico Online

Editore: Starter s.c.s. - Quartu Sant'Elena (CA), via Eligio Porcu 116 - P.Iva 03564920928

Direttore responsabile Andrea Matta - Registrazione Tribunale di Cagliari n.4 del 26 aprile 2018

Hosting provider: Netsons s.r.l. - Pescara (PE), via Tirino 99 - P.Iva 01838660684

Webdesign e sviluppo: Nicola Cabras, Starter scs