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Saldi al via, i dati della Confcommercio Sardegna

Dopo le spese di Natale inizia la corsa ai saldi. Sabato 5 gennaio partono ufficialmente i saldi invernali in Sardegna e proseguiranno fino a martedì 5 marzo.  La partenza sarà sprint con percentuali di sconto che vanno dal 30% al 70%. Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio Sardegna, i sardi spenderanno 103 euro a testa, 235 a famiglia per per abbigliamento, calzature e accessori. I numeri sono in leggero calo rispetto al 2018 (105 euro pro capite, 239 euro a famiglia) e sotto la media nazionale con 140 euro a testa e 325 per famiglia. In termini percentuali, il 46,6% dei sardi spenderà una cifra tra i 50 e i 100 euro; il 33,8% dei sardi spenderà sino a 50 euro; il 13,8% spenderà tra i 101 e i 200 euro mentre il 5,8% spenderà oltre 200 euro.

Per il direttore di Confcommercio Sud Sardegna, Giuseppe Scura, la diminuzione delle temperature potrebbe portare molti sardi ad acquistare capi d’abbigliamento per rinnovare il guardaroba. Scura spiega in una nota che «Per dare una spinta ai consumi servono azioni di sistema che permettano ai consumatori di avere un maggiore potere d’acquisto e ai commercianti di poter continuare a stare sul mercato: quindi politiche di sostegno e rilancio dei consumi ma anche regole certe e moderne».

Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio Sardegna, mette l’accento sulle regole che spesso non vengono rispettate dagli esercizi commerciali: «I saldi vengono anticipati prima del loro avvio ufficiale – si legge in una nota –  Quindi sono necessari più controlli non solo sul fronte dell’abusivismo, ma anche sulle vendite promozionali dilaganti prima dell’avvio ufficiale dei saldi, in modo da non penalizzare tutti i commercianti che si attengono scrupolosamente alla normativa regionale. Sul fronte della lotta alla contraffazione negli ultimi tempi sono stati registrati passi avanti grazie all’impegno delle forze dell’ordine, ma non dobbiamo abbassare la guardia», conclude Bertolotti.

Sul corretto acquisto degli articoli in salto, Confcommercio ricorda cinque regole. La possibilità di cambiare il capo dopo l’acquisto è lasciata alla discrezionalità del negoziante. Se il prodotto è danneggiato o non conferme scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo. Nel caso ciò risulti impossibile è possibile la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Non c’è l’obbligo della prova dei capi (anche in questo caso ci si rimette alla discrezionalità del negoziante). Per i pagamenti devono essere accettate le carte di credito. I capi proposti in saldo devono avere carattere di stagionalità o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Nulla vieta al commerciante di mettere in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. Infine, il negoziante ha l’obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

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