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Tag: festa sant’elena

La festa di Sant’Elena e l’icona “scritta” da un quartese

L’icona scelta per l’edizione di quest’anno della Festa di Sant’Elena Imperatrice a Quartu è stata “scritta” da Paolo Tatulli, 31enne, parrocchiano della Basilica di Sant’Elena Imperatrice. Da due anni a questa parte è  novizio presso il monastero di Santa Maria delle Grazie, nell’Abbazia greca di san Nilo, a Grottaferrata in provincia di Roma. Si tratta di un un monastero cattolico di storia millenaria, nel quale si vive la spiritualità del monachesimo orientale di san Basilio il Grande e dove viene officiato il rito bizantino-greco.

Profilo Sociale ha chiesto a Paolo com’è nata l’idea dell’icona che ha rappresentato la santa: «Le icone non si disegnano, ma si ”scrivono”. L’icona è teologia e preghiera dipinta, perché nelle sue forme e colori deve rispondere a dei canoni ben stabiliti che comunicano significati teologici»

Buona lettura.

 

«Nel rito bizantino le icone rivestono un ruolo fondamentale all’interno della liturgia: esse non sono un quadro o un oggetto decorativo sacro, ma sono parte integrante della liturgia nella Chiesa universale, nella quale, dalla loro tavola dipinta, sono finestre aperte col Regno dei Cieli e strumento di preghiera viva per il sacerdote che celebra la divina liturgia (la santa messa) e per il popolo di Dio radunato in preghiera, sia in chiesa che nelle proprie case. Nelle chiese di rito bizantino, i fedeli ci testimoniano la loro caratteristica fede quando entrano in chiesa: si segnano dinanzi all’icona del Cristo, della Madre di Dio e dei santi loro devoti. Ne baciano la superficie e poggiano la propria fronte a contatto con l’immagine, perché nonostante sappiano di stare dinanzi a qualcosa di materiale, venerano invece la presenza del prototipo che ne è rappresentato, rendendo onore alla persona di Gesù e di Maria.

Nella nostra Abbazia è attivo un laboratorio di iconografia, nel quale si esercita l’arte di “scrivere” icone con la tecnica esclusivamente tradizionale: tavola in legno, gessatura con gesso di Bologna e colla di coniglio, pigmenti naturali disciolti con una mistura di uovo e aceto o vino, foglia oro. L’iconografia è l’attività principale dei lavori che svolgo in monastero. L’icona di sant’Elena segna praticamente l’inizio del mio percorso iconografico in Abbazia ed è quindi la prima icona che ho scritto. Quando il nostro maestro di iconografia, mi chiese con quale icona volessi iniziare, non ho avuto alcun dubbio: doveva essere sant’Elena e per diversi motivi. A sant’Elena è consacrata la mia città e la mia parrocchia di origine, nella quale ho ricevuto il battesimo e tutti gli altri sacramenti; qui il mio cammino personale di fede e umano ha avuto dei punti di svolta; qui la comunità intera mi ha voluto da sempre e mi vuole un gran bene e alla notizia del mio percorso vocazionale non ha cessato di sostenermi nella preghiera, cosa alla quale sono molto grato. Inoltre, l’Imperatrice Elena, colei che ritrovò la croce di Cristo, è tra le sante più importanti nell’oriente cristiano e soprattutto nelle chiese di rito bizantino, il 21 Maggio viene ricordata con grandi onori in insieme al suo figlio Costantino.

Le icone non si disegnano, ma si  “scrivono”, per questo ho detto prima: “scrivere”. L’icona è teologia e preghiera dipinta, perché nelle sue forme e colori deve rispondere a dei canoni ben stabiliti che comunicano significati teologici.

L’icona di sant’Elena che ho scelto è presa da un’immagine già esistente, alla quale mi sono ispirato. In genere nelle icone ci sono modelli che si fissano e si riproducono costantemente: sant’Elena e Costantino insieme, oppure l’icona dell’Esaltazione della Santa Croce dove Elena con Costantino, il vescovo di Gerusalemme ed il popolo adorano la Santa Croce.

La presente icona rappresenta solo la santa, in posizione frontale ed eretta, tipica nelle icone, perché stabilisce un contatto diretto col fedele e instaura subito un dialogo di preghiera. È vestita con un abito regale damascato: il porpora è il colore che portano le regine o le spose, è decorato con gemme e perle per risaltarne la nobiltà del personaggio. Porta una corona sul capo perché è un’imperatrice, i suoi capelli sono velati da un velo azzurro, perché in oriente le figure femminili portano sempre i capelli coperti in segno di dignità. Con una mano regge la Croce, elemento che contraddistingue la storia della sua santità, e con l’altra mano la indica per rimandare la memoria del fedele al mistero della salvezza portata da Cristo. Attorno alla testa porta il nimbo, cioè l’aureola, segnata con punzonatura. Il fondo è in foglia d’oro e rappresenta la luce d’eternità in cui sono immersi i nostri santi. La cornice non è elemento decorativo, ma ha il compito di significare la separazione tra il nostro mondo e il Regno dei Cieli, che è già qui su questa terra, ma non ancora del tutto. Ai lati della santa ho voluto riportare l’iscrizione del suo nome in greco (Aghìa Eléni) e in latino, sia per stabilire una comunione tra la mia parrocchia di origine e il mio cammino monastico nel rito bizantino-greco, sia per esaltare l’unione mai divisa tra Oriente e Occidente, unione ancora salda nel nostro monastero di Grottaferrata.

Faccio dono di questa icona di sant’Elena Imperatrice alla Basilica omonima e a tutta la sua comunità, grato al Signore dei segni di grazia ricevuti in essa e con la preghiera che la nostra santa offra per la città di Quartu le grazie necessarie e la salvezza derivante da Cristo»

Fede, arte e tradizioni: Quartu festeggia Sant’Elena

[Andrea Matta]

Fede, arte e tradizioni. Sono queste le tre parole chiave della Festa di Sant’Elena, Patrona della città di Quartu.

Nel programma, curato dal Comitato Stabile per i festeggiamenti in onore delle santa e presieduto quest’anno da Oliviero Ghironi, ampio spazio alla cultura e alle attività create per preservare le tradizioni della terza città della Sardegna: dal passato, con la sua storia agricola, al presente con le pitture, le sculture e il panorama artistico quartese che parte dai giovani e dagli studenti dei licei della città.

Una festa che vive grazie al lavoro del Comitato  – formato da trentatré soci ai quali si aggiunge il parroco di Sant’Elena, monsignor Alfredo Fadda – al supporto di un centinaio di volontari e dei cittadini quartesi che hanno contribuito anche quest’anno con le offerte, attraverso la questua casa per casa, e con le sponsorizzazioni di sessanta aziende della città. Tra le amministrazioni pubbliche, il Comune di Quartu ha concesso il patrocinio gratuito, l’uso della struttura e del personale di Sa Dom’e Farra e il comitato “auspica un contributo” dell’assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna.

«Vivere la festa giorno dopo giorno è una grande sorpresa – racconta il presidente Oliviero Ghironi – Vivo questi giorni con tutte le incertezze e i dubbi. Nel lavoro per costruire la festa mi aiutano il direttivo e tutto il Comitato, una squadra collaudata». Durante la questua, il Comitato ha potuto vedere la città ancora più da vicino: «Tante persone ci hanno accolto e hanno avuto il piacere di darci un piccolo contributo. Mi è dispiaciuto vedere molti giovani lontani dalla festa, che non sentono il suo significato. La città non offre grandi cose e la festa è una opportunità per tutti, anche per i ragazzi, e dobbiamo coinvolgerli». Un modo concreto per avvicinarli e renderli protagonisti è quello di dargli più spazio e così, nelle serate dell’11 e del 12 settembre in Piazza degli Aranci saliranno sul palco alcune band formate dai ragazzi cresciuti a Quartu.

Tra gli altri partner della sagra c’è anche la Coldiretti Sardegna: «Siamo contenti di aver rinnovato anche per quest’anno il rapporto con i coltivatori diretti che offriranno la degustazioni dell’11 settembre e inoltre ci aiuteranno e sosterranno per “Enomusica” e per la “Sagra dell’Uva”» racconta Alessandro Piludu, segretario del Comitato. La festa è l’occasione per ricordare a quartesi una parte del passato della loro città: «Nello statuto dei Comitato – prosegue Piludu – i fini sono due: celebrare la Santa, organizzando i due momenti annuali dei festeggiamenti (maggio e settembre, ndr) e preservare la cultura e le tradizioni locali con particolare attenzione al mondo agricolo e alla cultura agropastorale del nostro territorio. È per questo che da trentacinque anni, il Comitato organizza la Sagra dell’Uva. Una tradizione legata al mondo della campagna».

Il titolo della Festa di quest’anno è “Signore, aumenta la mia Fede”. «Sant’Elena, ti supplichiamo, fa che la tua festa, non sia una semplice manifestazione mondana, travestita di religiosità, ma sia un guardare a te come modello di fede e di vita per restituire luce alla nostra povera fede ed entusiasmo ai nostri giorni» scrive nel suo saluto il parroco di Sant’Elena Imperatrice Monsignor Alfredo Fadda.

Il programma della festa

Il primo atto della Festa è in programma giovedì 5 settembre alle ore 20.00 con la vestizione della santa. Un momento che negli ultimi anni viene vissuto con partecipazione non solo dalla comunità parrocchiale ma anche dalla città. Le celebrazioni religiose inizieranno l’8 settembre con il triduo di preghiere in preparazione alla festa.

Martedì 11 alle ore 19.00 nella Casa Museo “Sa Dòmu ‘e Farra” è in programma l’inaugurazione ufficiale della Festa. A seguire l’apertura delle mostre: “L’uva da tavola e la vendemmia”; “Esposizione dei lavori degli studenti del Liceo Artistico Brotzu” di Quartu S.Elena; “Personale di pittura di Gustavo Tatti”; “Arte su pietra di Giorgio Artizzu”; “Pani de mera forrus de Sardigna”, a cura della A.M.E.S.M. di Quartu Sant’Elena. Nella sede A.N.M.M.I., via Brigata Sassari 6, si terrà la mostra “Una volta marinaio, marinaio per sempre”, a cura dell’Associazione nazionale Marinai d’Italia, Gruppo M.A.V.M. Luigi Olla Quartu Sant’Elena. Durante tutta la sagra, in via Eligio Porcu, sarà presente la mostra mercato “Artigiani in mostra”, in collaborazione con STARTER scs.. Alle ore 20.00, la festa si sposta in Piazza degli Aranci per l’esposizione e degustazione dei prodotti agricoli locali, in collaborazione con Coldiretti Sardegna.

Giovedì 12 alle ore 20.30 in via Eligio Porcu, la quinta edizione di manifestazione “Enomusica: note e sapori del nostro territorio” con il contributo della Fondazione Italiana Sommelier. Sarò l’occasione per degustare i prodotti della terra e dei vini delle cantine del Campidano.

Venerdì 13 settembre  alle ore 17.30 è prevista la Santa Messa Solenne e a seguire la processione per le vie cittadine presiedute dall’Arcivescovo di Cagliari, Monsignor Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari. Il percorso della processione resta invariato: Piazza Sant’Elena, vie D’Arborea, Marconi, piazza Azuni, via Bonaria, Rossi Vitelli, piazza S. Maria, via XX Settembre, Montenegro, Caprera, Mameli, Mori,piazza IV Novembre, via S. Antonio, Merello, Sicilia, Diaz, Firenze, Cagliari,Brigata Sassari, Marconi, piazza S. Elena. La stessa sera, alle 21,30, sul palco allestito nella piazza Sant’Elena, la gara poetica campidanese, un altro momento tradizionale della festa che, nell’intento del Comitato, non deve scomparire.

Sabato 14 settembre la solenne celebrazione alle 11.30, presieduta da Don Gianmarco Lorrai, ordinato sacerdote il primo settembre, collaboratore in Sant’Elena Imperatrice. Nel pomeriggio, in via Eligio Porcu, si terranno i giochi per i bambini.  Alle 21.30 la piazza quartese accoglierà la musica con il concerto dei Matia Bazar.

Domenica 15 è in programma la tradizionale Sagra dell’Uva. La partenza è fissata per le ore 18.30 da via Cecoslovacchia: sfilano per la città i gruppi folk e le etno-traccas. Alle 20.30, in piazza Sant’Elena, la consueta distribuzione dell’uva. La serata si concluderà con lo spettacolo folk “Suoni e colori della Sardegna”, che vedrà, tra gli altri, la partecipazione straordinaria dei Tenores di Neoneli.

Tra gli appuntamenti di lunedì 16 settembre, alle ore  18.00, nell’Auditorium della Basilica di Sant’Elena, il concerto e la presentazione del libro autobiografico del maestro di launeddas Luigi Lai. Alle ore 21.00, l’ultimo spettacolo sul palco di Piazza Sant’Elena con la commedia in lingua sarda campidanese “Sa suttana no fait su Predi” messa in scena dall’Associazione teatrale amatoriale Sacro Cuore di Quartu alle ore 21.00.

Sabato 21 e domenica 22 settembre spazio allo sport con il torneo di basket nei campi della Ferrini in via Pessina, con i padroni di casa della Ferrini, Esperia, Sestu e Basket Quartu. Sabato 21, con raduno alle 18, con partenza da piazza Sant’Elena, la quarta edizione di “Qurri, la corsa della Sagra dell’uva” la gara podistica di 7 km e passeggiata per tutti di 3,5 km lungo le vie del centro storico.

L’edizione 2019 sarà seguita in diretta radio e live video su facebook su RSE Radio Sant’Elena, media partner dei festeggiamenti della Santa Patrona. La festa verrà seguita anche sulle pagine facebook Comitato Sant’Elena e istagram (@comitatodisantelena). L’hashtag ufficiale della festa#SantElena2019.

[Foto da pagina facebook: Basilica Sant’Elena Imperatrice]

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