Protesta pastori, le reazioni della politica
La politica scende in campo per cercare una soluzione. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru e l’assessore regionale all’Agricolura, Pier Luigi Caria, si appellano al senso di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti affinché non si abbandoni il tavolo della trattativa, come già annunciato da alcune parti in causa: «Non lasciate il tavolo. Fatelo per le decine di famiglie che attendono risposte su un prezzo del latte inaccettabile». In conclusione chiedono di non perdere una occasione storica che permetterà in futuro di governare questo settore che merita rispetto e riconoscimento della propria dignità di «comparto produttivo trainante per la Sardegna».
Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, segue la vicenda e ritiene che sia urgente dare vita ad una commissione unica con pastori, produttori, industriali « con lo Stato (vista l’assenza della Regione) che torna a fare lo Stato e stabilisce un prezzo minimo di contrattazione, anche con una eventuale parte di sovvenzione». Alle parole di Salvini risponde il presidente dell’ANCI Sardegna, Emiliano Deiana su facebook: « Le multe sulle quote latte degli allevatori del Nord sono state pagate da tutti i cittadini italiani, compresi i pastori sardi, per un valore di oltre 4 miliardi di euro. Un furto con destrezza, stimato dalla Corte dei Conti, e i cui autori sono i rappresentati della Lega Nord, gli stessi che oggi avanzano la ‘candidatura’ per risolvere la crisi del prezzo del latte in Sardegna. Ricordo, agli smemorati, che i pastori sardi furono massacrati di botte a Civitavecchia, arrestati e processati quando ministro degli Interni era un rappresentante della stessa Lega Nord».
Per il ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, i pastori sardi hanno ragione e annuncia che sabato e domenica sarà in Sardegna per parlare con loro. Sul caso interviene anche l’ex ministro all’Agricoltura, Maurizio Martina, che propone due soluzioni al Governo: la creazione di un Fondo latte ovino di almeno 25 milioni e un patto di filiera per il pecorino che parta dai costi di produzione stimati.
La protesta si accende a due settimane dal voto delle regionali e a pochi giorni dall’arrivo/ritorno dei leader politici. Lunedì 11 febbraio sarà in Sardegna il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Previsti anche i ritorni di Salvini, Luigi Di Maio e Paolo Savona (Movimento 5 Stelle) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e l’arrivo di Giuliano Pisapia per Massimo Zedda.
Regionali. Sul tema arriva anche il commento dei candidati presidente. Massimo Zedda (centrosinistra) chiede interventi immediati di legge, come già fatto per il latte bovino, con l’istituzione di un Fondo da almeno venti milioni di euro e un patto di filiera con la Regione e lo Stato a fare da garanti. Christian Solinas (centrodestra) afferma che se fosse stato lui il presidente della Regione avrebbe «convocato i pastori per trovare una soluzione di sistema per tutto il comparto agropastorale che non regge più». Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi): «Il prezzo del latte non è solo un fatto di mercato, ma un fatto di sistema. Occorre cambiare il sistema e per fare questo occorrono proposte radicali». Per Mauro Pili (Sardi Liberi): «È giusto che i pastori vengano rispettati nella loro rabbia e nel loro dolore, è giusto che la politica, anche quella che è sempre stata al loro fianco, faccia un passo indietro» e scrive ai pastori:«Sono con voi, al vostro fianco, con tutti i vostri colleghi di ogni angolo di Sardegna. Questa rivolta, però, è solo vostra. E’ del vostro coraggio e della vostra determinazione e nessuno può accampare meriti che non ha, me compreso». Andrea Murgia (Autoderminatzione) ricorda i lunghi problemi del settore dove il prodotto copre l’80% dei costi di produzione. Per Vindice Lecis (Sinistra Sarda) serve una contrattazione collettiva che metta gestisca in modo serio e orgoglioso la produzione. Al momento, nessun commento da parte dal candidato del Movimento 5Stelle, Francesco Desogus.