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Difendiamo il microcitemico

Le associazioni del comitato “difendiamo il microcitemico” annunciano una manifestazione – presidio per il 1  ottobre, sotto il consiglio regionale, a partire dalle ore 10.

La manifestazione, del tutto pacifica e rispettosa delle regole Anticovid-19, convocata per protestare contro lo scorporo del Microcitemico dall’AOB, a cui era stato accorpato faticosamente appena cinque anni fa, con la conseguente destrutturazione del Dipartimento Pediatrico, l’unica realtà della Sardegna capace di dare risposte assistenziali appropriate ai bisogni di salute complessi di bambini e adolescenti, sia per le patologie acute che croniche.

Le associazioni dei pazienti ritengono grave che la Giunta e il Consiglio, in un tempo di pandemia mondiale che mostra proprio in queste settimane una grave recrudescenza, lascino pazienti e cittadini alla mercè di una riforma fumosa, senza obiettivi definiti e condivisi con pazienti, operatori e i sindaci dell’Isola.

L’articolo 18 della nuova legge sanitaria assegna il Microcitemico, “l’ospedale dei sardi”, come lo chiamava professor Cao, ad una sigla vuota, la nuova Asl 8, inesistente e senza alcun progetto ragionato e definito. “L’intento di ridimensionare, di trasferire servizi e reparti è del tutto deleterio per la serenità di pazienti, delle loro famiglie e degli operatori. Si disarticolano i percorsi assistenziali e formativi già costituiti, aumentando le difficoltà organizzative e logistiche, separando organizzativamente le realtà assistenziale da unità operative che sono fondamentali per la gestione specialistica delle diverse patologie. Lo stesso problema riguarda i servizi, le visite specialistiche e i protocolli diagnostico-terapeutici istituiti dentro l’AOB”, commentano gli organizzatori.

Secondo il comitato “Difendiamo il Micricitemico“, composto da Abos Onlus, Asgop Onlus, Federazione Rete Sarda Diabete Ets-Odv, L’altra Cicogna Onlus e Thalassa Azione Onlus Aps, “non è uno scorporo fatto per dare cure maggiori e migliori, per offrire innovazione e ricerca. Assistiamo con molta apprensione a scelte che non hanno alcuna considerazione dei cittadini, soprattutto di quelli più fragili. Mancano medici, mancano infermieri e oss, si ridimensionano, si spostano o addirittura si cancellano interi reparti senza una ragionevole spiegazione e senza garantire e tutelare il diritto alla salute di tutti i sardi”.

Si può educare in un ospedale?

di Andrea Serra

Si può educare in un ospedale, nella scuola di un ospedale? È importante ricordare che in Italia da più di settant’anni esiste la scuola dentro l’ospedale. Si è iniziato con progetti promossi da scuole lungimiranti e poi, dal 1986, in modo stabile attraverso un protocollo di intesa tra il Ministero dell’Istruzione e quello della Salute. Diritto alla Salute e diritto all’Istruzione, due diritti Costituzionali, si alleano. A Cagliari nasce nel 2002 nella Pediatria del Brotzu e nel 2003 nell’Ospedale Pediatrico “Antonio Cao”, il Microcitemico. È lì che lavoro da quattordici anni. Principalmente nei reparti di Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti di Midollo Osseo, quelli dove sono previste le lungodegenze.

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