Solidarietà, bene comune, giovani: Monsignor Baturi incontra la stampa
di Andrea Matta
Solidarietà, dignità dell’uomo, bene comune e giovani. Sono questi i punti principali del primo incontro con la stampa del nuovo Arcivescovo di Cagliari, Monsignor Giuseppe Baturi, tenutosi oggi nell’Aula Benedetto XVI del Seminario Arcivescovile di Cagliari.
L’incontro con i media arriva a quattro giorni di distanza dalla sua ordinazione episcopale, avvenuta domenica 5 gennaio nella Basilica di Nostra Signora di Bonaria e dopo l’incontro con i giovani, tenutosi alla Fiera di Cagliari nel pomeriggio del 6 gennaio.
In avvio della conferenza stampa, durata quaranta minuti, dopo aver ricordato l’importanza del rapporto con le comunicazioni sociali ha fatto una premessa: «Non ho ancora programmi perché sono convinto che i programmi abbiano bisogno di conoscenza, tempo e incontro».
Baturi ha parlato della terra che lo ha accolto «Un popolo con una identità forte» e della condizione che i tanti giovani sardi vivono tutti i giorni: «Il problema del lavoro, i giovani scoraggiati che non avviano un percorso lavorativo e di studio, giovani che lasciano la Sardegna», il problema serio sulla natalità e la mancanza di fiducia di futuro, di speranza. Sulla Chiesa, in continuo pellegrinaggio e in ascolto, ha citato Papa Francesco «La Chiesa deve comunicare gioia verso Cristo. La riforma della Chiesa va verso gli uomini, è in movimento».
Altro tema importante per il nuovo Arcivescovo è la solidarietà: «Il volontariato come azione di cittadini che si mettono assieme», uno dei quattro principi da seguire nel campo del sociale assieme alla dignità dell’uomo, la sussidiarietà, il bene e le azioni comuni che costituiscono un terreno per costruire una città più solidale e più partecipativa.
Dopo un passaggio sulla messa in sardo, ricordando il percorso avviato e che passerà per la Santa Sede; l’importanza del lavoro quotidiano nella cura dell’ambiente, con rifermento all’enciclica di Papa Francesco “Laudato Sii”; Monsignor Baturi è tornato sui media: «La comunicazione è una ricchezza. Occorre sapere guardare la realtà e raccontarla senza pregiudizi e censure. Gli strumenti della comunicazione devono essere portatori di dialogo, luoghi di incontro».
La conclusione con un riferimento alla Marcia della Pace nazionale, svoltasi a Cagliari nella serata del 31 dicembre e sui venti di guerra che soffiano nel mondo: «Come ricorda il Papa, vogliono costruire la pace attraverso di azioni di sfiducia nell’altro. La pace non può essere costruita scambiandosi missili».
Per lui, ancora nessun appuntamento in agenda per la prima visita pastorale: «Sarà determinata dall’incontro e dall’invito» ha dichiarato ai nostri microfoni. Ecco l’intervista completa: