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Tag: sant’efisio

Sant’Efisio, il voto sarà sciolto: la festa in un giorno

La tradizione non si ferma. La città di Cagliari scioglierà il suo voto a Sant’Efisio anche durante il coronavirus.  Non ci saranno le due ali di folla ad accompagnarlo dalla sua chiesetta di Stampace e fino al luogo del martirio. Nessuna sosta nei comuni di Capoterra, Sarroch, Villa San Pietro e Pula.

«Domenica 3 maggio 2020 il simulacro del martire guerriero attraverserà le vie della città di Cagliari per recarsi direttamente alla chiesa di Nora. Al temine delle funzioni religiose che si terranno in quella località, Sant’Efisio rientrerà nella stessa giornata nel capoluogo isolano, nella sua chiesa di Stampace» recita un post sulla pagina facebook dedicata al santo. 

Le fasi del voto si terranno con la sola presenza degli officianti, dei rappresentanti dell’Arciconfraternita del Gonfalone e dell’Alter Nos, senza la partecipazione dei fedeli.  Nessun cocchio per il Santo: il simulacro verrà trasportato su un veicolo scoperto così da favorire la devozione condivisa dai balconi, evitando la presenza dei fedeli lungo la strada. 

La data non è stata scelta a caso: il 3 maggio infatti rappresenta una delle due festività canoniche dedicate a Sant’Efisio e si celebra l’Inventio Crucis, ovvero del ritrovamento della Santa Croce, impressa sul palmo della mano destra del martire guerriero.

I fedeli potranno seguire tutte le fasi delle celebrazioni in tv e via streaming. 

Il pensiero torna al 1943 quando neppure la Seconda Guerra Mondiale fermò la devozione dei cagliaritani verso il santo. In una Cagliari distrutta dai bombardamenti, Sant’Efisio venne caricato su un piccolo camioncino e passo per le vie della città fino ad arrivare a Nora.
Quella giornata è stata raccontata da un documentario realizzato da Maria Piera Mossa con le immagini girate di Marino Cao, le fotografie d’epoca e le testimonianze dei cagliaritani.

Sette buone notizie

Vi proponiamo sette buone notizie dalla Sardegna e dalla penisola

A Cagliari, le Camere di Buoni e Cattivi (progetto di Domus de Luna) hanno messo alcuni appartamenti a disposizione di medici e infermieri. “Abbiamo cercato di fare la nostra parte con la speranza di donare un po’ di serenità”.  

A Sorradile, paese dell’oristanese con 354 abitanti, l’amministrazione comunale ha stanziato 7mila euro per alcune iniziative per i suoi cittadini durante l’emergenza: pizza gratis nel weekend; pacco alimentari con acqua, pane e latte, quotidiani sardi e due chili di arance. In arrivo – racconta – anche le mascherine realizzata dalle volontarie sorradilesi.

A Sassari parte il progetto “Spesa Sospesa”. Da lunedì 30 marzo, in alcuni supermercati sarà possibile acquistare beni di prima necessità che saranno ritirati dalla Protezione Civile e donati ai più bisognosi. Il progetto si chiama Al momento – riporta hanno aderito quattro aziende Cobec, Conad, Eurospin e Nonna Sia per un totale di 34 supermercati.

Andiamo nella penisola. A Montevarchi, in provincia di Arezzo, la sindaca Silvia Chiassai Martini ha adottato due sorelline rimaste in casa, da sole, in isolamento per il Covid-19. Secondo quanto riportae bimbe hanno perso la nonna, morta nel reparto di rianimazione, lo stesso in cui è ricoverata la mamma. Per le piccole si è attivata la catena di solidarietà. Ora hanno lasciato la casa di famiglia e sono andate a vivere dai parenti

[Foto da Visit Tuscany]

Tanti imprenditori stanno riconvertendo le loro fabbriche per la produzione di mascherine, vedi il caso di Giorgio Pisu a Selargius come e in tutta Italia. Ad Alba, l’azienda tessile Miroglio ha messo da parte l’alta moda e produrrà 600mila mascherine; a Firenze, Menarini già nel campo farmaceutico, fornirà gratuitamente 5 tonnellate di gel disinfettante, secondo quanto si legge da .

[Foto tratta da GreatPrints]

L’Istituto Luce contribuisce alla campagna #IoRestoACasa e apre il con oltre 70mila video e 400mila fotografie d’archivio tra arti, storia, politica, sport, attualità e tanto altro. Per i nostalgici cagliaritani monarchici c’è anche il racconto della visita del reali Savoia a Cagliari per la Festa di Sant’Efisio nel 1929

L’AS Roma ha consegnato ai suoi abbonati over 75 una scatola con generi di prima necessità (pasta, biscotti, zucchero, sale, olio, pomodoro, caffè, tonno, marmellata, birra, tutto proveniente dagli sponsor della società), una copia della Gazzetta dello Sport, un kit mascherine, amuchina e guanti e una sciarpa giallorossa. All’abbonato più anziano è stata regalata anche una maglia autografata da Edin Dzeko. L’iniziativa è stata portata avanti da Roma Cares, la Onlus della società legata alla promozione sociale

A special delivery for our older season ticket holders

A special home delivery for our oldest season ticket holders today ♥️Oggi è iniziata la consegna dei pacchi speciali dell'AS Roma dedicata agli abbonati over-75

Pubblicato da AS Roma su Venerdì 27 marzo 2020

Sant’Efisio, la tradizione delle “traccas” quartesi

di Davide Atzori

Ci sono posti dove le tradizioni non muoiono mai, fari in una civiltà sempre più moderna che con fare futurista snobba quanto di bello il passato ha tramandato. Quartu da sempre, risponde orgogliosamente al richiamo della festa di Sant’Efisio.  Lo fa grazie ai suoi appassionati,  coloro che sentono il piacere e il dovere di tramandare, grazie anche alle nuove generazioni, antiche usanze, vecchi mestieri, nomi di oggetti andati in disuso. L’occasione per raccontare i retroscena della preparazione della cosiddetta “tracca” ci viene data da Katia Frau, una delle donne della sezione quartese della FIDAPA.

Con gentilezza  apre  le porte del quartier generale nei pressi di Via Sicilia,  dove ogni oggetto sembra stare al suo posto, in un continuo brulicare che trasuda entusiasmo e atavica collaborazione. La prima cosa che salta all’occhio è la presenza di ragazzi e bambini, che per questa occasione come tante piccole api operaie danno man forte agli adulti,  rappresentati da una considerevole presenza femminile. Le donne, intente alla preparazione, mettono subito in chiaro che il loro non è un ruolo marginale bensì di prestigio e coordinamento. A troneggiare con grandiosa imponenza è il carro, che ha attorno una folta coltre di collaboratori. Suscita rispetto ma è ancora in potenza: mancano le ruote, quelle verranno montate per ultime. Ricorda vagamente una Ferrari nei gran premi durante i pit stop. Katia e suo padre Luigi tengono a precisare che l’incompiutezza del carro non renda giustizia al suo reale splendore, ma vedendo l’anteprima viene istintivo farsi un’idea. È un tripudio di colori ed orpelli  che vanno ad adornare una cornice quasi ricolma di fiori tipici del mediterraneo. Se ne avverte il profumo. Luigi richiama la mia attenzione. Ai lati del carro, tra dolci e prodotti tipici, ce n’è uno in particolare. Sono uova avvolte dentro il pane. Si chiama “angolia”, guai a chiamarlo “coccoi”.

Katia, da quanti anni prosegue la vostra tradizione? «Nella mia famiglia praticamente da sempre. Anche i miei bisnonni erano coinvolti. Io personalmente  dal 1982, e da quell’anno non ho mai mancato un’edizione. Questa “tracca” in particolare partecipa dagli anni Cinquanta»

Potresti parlare di tuo babbo e della sua importanza in quest’evento?«Mio padre è Luigi Frau, mio nonno invece era Luigi Pusceddu, anche lui “obriere”»

Insomma un’antica tradizione«Si, un’antichissima tradizione familiare e i miei figli non vedono l’ora di prendere il testimone»

Qual è il segreto per affascinare e convincere le nuove generazioni a partecipare alla festa di Sant’Efisio e collaborare con voi?«Viverlo per noi è entusiasmante. Portiamo sul carro la nostra storia, le nostre usanze e consideriamo l’evento come il Natale. Non è la festa del primo  Maggio in se, piuttosto i due mesi precedenti nei quali iniziamo la preparazione. Siamo in tutto 7 famiglie, e i bambini e i miei figli sono cresciuti in questo ambiente, un po’ come me da bambina»

Questo fa si che si crei una bella collaborazione«La socializzazione che si crea a tutti i livelli, dal più giovane al più anziano è la cosa che mi colpisce di più. Non c’è il portone chiuso, tutti possono dare una mano e siamo aperti a chiunque»

Nella preparazione della tracca c’è una forte presenza femminile. Quanto è importante la figura della donna durante i preparativi?«La figura della donna è importante soprattutto per il lavoro di fino, di cura del dettaglio e di pianificazione.  In realtà sia gli uomini che le donne si dividono i compiti e cooperano in piena sintonia senza alcuna subordinazione»

Come si suddivide il lavoro in questi giorni frenetici?«Il carro ora (nella mattinata di martedì, ndr) non è ultimato. Quello che si vede è solo un pezzo. Ora lo decoriamo e stanotte completeremo le rifiniture, per esempio coi fiori di campo che vanno messi per ultimi altrimenti appassirebbero. Poiché di dimensioni notevoli ora sta dentro coi ruotini. Alle 3 del mattino lo  tireremo fuori, completeremo l’allestimento esterno e poi gli verranno messe le ruote. Essendo completamente di legno, vengono messe ore prima a bagno nell’acqua in modo da perfezionarne l’aderenza. Il passo successivo è l’adornamento dei buoi e l’allestimento generale. Il carro partirà vuoto intorno alle 5 del mattino fino a Generuxi»

A quale periodo risalgono gli abiti, i tappeti e in generali i ricami? «C’è qualche pezzo risalente all’Ottocento»

Poco fa tuo padre mi ha accennato che il vostro è il carro più grande della sfilata«La struttura di base del carro non è adibita per il trasporto del fieno, bensì per il trasporto delle pietre. Ecco il perché delle ruote piene, utili in passato al trasporto in campagna di carichi maggiori»

La FIDAPA incoraggia questa iniziativa?«La FIDAPA in quanto associazione femminile, ha lo scopo di valorizzare le donne nelle arti e nei mestieri. Questa è un’arte, perché crea, costruisce dal niente»

Io non ho paura, ciclo di incontri al College Sant’Efisio

Dinamo Academy, Nicola Legrottaglie, Fra Fabio Basciu.

Dal 7 marzo saranno loro i protagonisti del ciclo di incontri – testimonianze presso il College Universitario Sant’Efisio di Cagliari.

Scoprire la propria strada ed avere il coraggio di seguirla fino in fondo è il motto di questo evento articolato su 3 incontri, che riassume ciò che hanno fatto i tre protagonisti, ma anche l’obiettivo di ciò che si vuole trasmettere ai partecipanti.

La locandina degli incontri
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