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Tag: satira

Ah ma è satira!?

Simone Gungui, amministratore delle pagine Facebook parodia “Luigi di Majo” e “Alessandro di Batista”, racconta la sua esperienza di satira e censura online ai microfoni di RSE Radio Sant’Elena.

Come ti è venuto in mente di creare queste pagine?

È iniziato tutto a settembre, a partire da un post che pubblicò il vero Luigi Di Maio, che sembrava esso stesso una parodia.

Allora iniziai per scherzo a farne io la “vera” parodia, quasi per gioco.

Questo gioco in due settimane raggiunse una dimensione importante con 15 mila fan, poi due settimane dopo aggiunsi quella di Di Battista che si trovava in quel periodo in Sud America.

Io l’ho immaginato come un finto umile che si vantava sui social di andare a sfamare i bambini poveri, e insomma è iniziato tutto da qui.

Poi hai fatto parlare anche il figlio

Ho avuto quest’intuizione partendo, come sempre, dai loro profili originali.

Ho notato che su Instagram, Alessandro Di Battista, pubblicava le foto insieme alla moglie ed al figlio, che ha meno di due anni, quindi ho immaginato che il figlio si mettesse a parlare meglio di Luigi Di Maio.

Da quel momento si sono scatenati i commenti di coloro che, non avendo capito che fosse una pagina satirica, scrivevano che fosse impossibile che quel bambino potesse parlare!

e da li i commenti di coloro che, non capendo che la pagina fosse di satira, dicevano è impossibile che questo bambino possa parlare

Quindi è capitato che le scambiassero per pagine reali e che prendessero per vere le tue dichiarazioni?

Sì, inizialmente ho un po’ sopravvalutato le persone (ironico), ho creato apposta la pagina col nome storpiato e, come se non bastasse, ho anche aggiunto nelle info di descrizione: “Pagina satirica” con l’indirizzo “@dimaioparodypage”.

Credevo che queste tre informazioni bastassero per far capire l’intenzione della pagina, ma comunque un buon 30% dei lettori continuava a cascarci, tant’è vero che questo costrinse Facebook a bloccarmi e mettermi davanti ad una scelta.

Una mattina infatti trovai un messaggio di Facebook che diceva: hai due opportunità, o cancellare la pagina o accettare la modifica del nuovo nome, ossia “Non ufficiale: Luigi di Majo”

Questo succedeva ad inizio novembre, però qualche giorno fa queste pagine sono sparite, perché?

Nessuno lo sa, non ho ricevuto alcun messaggio da parte di Facebook.

Non è successo solo a me, anche altre pagine sono scomparse tra cui “Di Maio che facesse cose”, gestita da Andrea Cecchin, un amico che ho contattato e a cui è successa una cosa fantastica:

Luigi Di Maio, quello vero, lo ha contattato dicendogli che il giorno dopo avrebbe chiamato Facebook per far tornare operativa la sua pagina.

Inizialmente credevo fosse un ulteriore fake ma la conferma che fosse l’originale è arrivata quando ho chiesto ad Andrea come avesse fatto Di Maio ad avere il suo numero.

Venne fuori che gli era stato dato da Chiara Appendino, sindaco di Torino per il Movimento 5 Stelle.

Com’è stato possibile vi chiederete.

La motivazione è che questo ragazzo gestisce anche un’altra pagina dal titolo “La Appendino proibisce cose”, che fu bloccata mesi fa da Facebook e la cui sindaca si è mobilitò per farla tornare attiva.

Infine questa mattina ho visto che tutte le pagine, comprese le mie sono tornate attive.

Per concludere, quanto è importante fare satira in Italia, quanto è difficile e quanto i protagonisti ci stanno aiutando?

Questo governo ci offre degli spunti impareggiabili, credevamo anni fa con Berlusconi o col PD di aver raggiunto livelli molto elevati ma in realtà li stiamo toccando ora.

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