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Il volontariato tra i beni immateriali dell’Unesco

La realtà del volontariato in Italia si è dimostrata determinante in questo periodo di pandemia. Oltre 6,3 miliardi di volontari attivi, di cui più di 4,14 milioni in organizzazioni strutturate. Sono impegnati nell’assistenza, nella protezione civile, nella cultura, nel tempo libero, nella conservazione del patrimonio artistico, nello sport non agonistico, nella ricerca scientifica o nella cooperazione. Un fenomeno fortemente radicato in maniera capillare su tutto il territorio nazionale e in continua crescita.

Come sostenuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – nell’intervento in occasione della cerimonia di inaugurazione di “Padova capitale europea del volontariato” – “Il volontariato è un’energia irrinunciabile della società. Un patrimonio generato dalla comunità, che si riverbera sulla qualità delle nostre vite, a partire da coloro che si trovano in condizioni di bisogno, o faticano a superare ostacoli che si frappongono all’esercizio dei loro diritti”.

Il Volontariato come bene immateriale dell’Umanità Unesco.

Lo scorso 16 giugno, è stata presentata al Senato la candidatura transnazionale del Volontariato a bene immateriale dell’Umanità Unesco. Il comitato promotore, che sostiene l’appello, vede schierati, tra molti altri, Emanuele Alecci (Presidente Padova capitale europea del volontariato), Andrea Carandini (presidente del Fai), Francesco Rocca (presidente della Croce Rossa Italiana), Fabrizio Pregliasco (presidente Anpas), personalità del Terzo settore, del giornalismo, della politica (da Andrea Orlando a Enrico Letta, da Matteo Renzi a Matteo Salvini, ad Antonio De Poli), e il vicepresidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato.

“Una forza incredibile e un motore autentico della nostra società“, dicono i promotori. “Una rete sociale, indispensabile per costruire quel cambiamento nelle priorità del nostro vivere civile, per non farci trovare impreparati di fronte alle nuove domande sociali e per garantire la qualità della nostra democrazia sempre più bisognosa di un’educazione al bene comune”. Ora, dicono, “si tratta di un patrimonio prezioso da preservare e diffondere. E mai come oggi questa consapevolezza diviene un’urgenza”.

La candidatura rappresenta formalmente l’atto conclusivo del percorso che ha visto Padova ricoprire il ruolo di Capitale Europea del Volontariato ma anche il primo passo di un percorso che prevede un lavoro costante e impegnato, che si propone di costruire importanti collaborazioni con le grandi reti europee di volontariato, al fine di avviare congiuntamente la candidatura all’Unesco. L’obiettivo di ogni Paese, spiega Emanuele Alecci, sarà quello di “lavorare su un dossier che risponda al formulario previsto per le candidature immateriali all’Unesco. Il materiale predisposto da ogni Paese diverrà un unico documento che sarà consegnato all’Unesco a sostegno di questa simbolica, ma quanto mai attuale candidatura. Un lavoro che avrà bisogno di almeno 12 mesi di iniziative e di impegno per il Comitato Promotore e per quanti vorranno aiutarci in questa avventura”.

Un valore per la nostra società

Il valore del volontariato è quindi un vero e proprio patrimonio per la nostra società e, come ricorda Giuliano Amato, Vicepresidente della Corte Costituzionale, per il perseguimento del bene comune: «le persone che incarnano il volontariato e le attività che esse svolgono portano in sé, e fanno vivere, principi fra i più essenziali per la convivenza e la collaborazione delle tante diversità che dovranno vivere insieme nel mondo che ci aspetta: il principio di solidarietà, nutrito dalla forte sensibilità per l’interesse altrui e la ricerca, su questa base, del bene comune. Ne abbiamo tutti bisogno».

Volontarios tott’impare

“Bitti sarà sempre grata ai volontari perché ci siamo sentiti sorretti dalla loro presenza. Non ci può essere ripartenza senza solidarietà e per questo ringrazio i tanti volontari senza nome che sono venuti a darci una mano e andati via senza nemmeno un grazie. Bitti sarà sempre grata ai volontari e al volontariato”. Così il Sindaco di Bitti Giuseppe Ciccolini ha voluto ringraziare stamattina le associazioni accorse in paese dopo la tragica alluvione della settimana scorsa nel corso dell’iniziativa Volontarios tott’impare, tenutasi in occasione della 35a Giornata Internazionale del Volontariato indetta dall’Onu.

“La manifestazione inizialmente era stata prevista a Cagliari ma la abbiamo voluta tenere qui perché oggi Bitti è il simbolo del volontariato sardo che come una grande famiglia si è stretta intorno ad una comunità” ha affermato il presidente del Csv Sardegna Solidale Giampiero Farru. “Tutti i comuni sardi devono sapere che in caso di necessità c’è un mondo pronto a rispondere e a mostrarsi vicino a chi soffre” ha detto Farru, che nel suo intervento ha anche rivolto un saluto e un augurio di pronta guarigione a padre Salvatore Morittu.

Coordinata dalla referente del Sa.Sol. Point e presidente dell’Avis Bitti Rina Latu, la manifestazione si è tenuta in via Asproni alla presenza di una rappresentanza di volontari e circondata dal lavoro di coloro che continuano a spendersi giorno e notte per riportare alla normalità il paese.

Il parroco di Bitti don Totoni Cossu ha voluto porre l’attenzione su tre parole: “La prima è grazie: grazie a coloro che in tutti i modi possibili stanno aiutando il paese a superare questo dramma. La seconda è insieme, perché abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, e la terza è perdono, perché dobbiamo chiedere scusa alla Natura che è nostra madre e non matrigna”.

Concetti ripresi dal presidente del comitato promotore di Sardegna Solidale don Angelo Pittau, secondo cui “stiamo distruggendo il creato ma i volontari possono con il loro impegno creare maggiore coscienza fra tutti”.

Alla manifestazione hanno partecipato anche i rappresentanti della Protezione civile regionale. Per il referente della direzione generale Paolo Marras “non so se nel mondo esistono volontari migliori di quelli che abbiamo trovato qui a Bitti. Davanti ad una crisi che non avevamo mai visto negli ultimi vent’anni, sono stati encomiabili e hanno dato ascolto a tutte le necessità. Se non ci fossero stati i volontari, i corpi dello stato chiamati subito ad affrontare la crisi non ce l’avrebbero fatta. Possiamo solo ringraziarli perché sono la parte più importante dello sforzo che stiamo compiendo tutti assieme qui a Bitti, e tutto questo in assoluta gratuità”.

Concetti ribaditi anche da Sandra Medda della Protezione civile regionale: “Già dal primo giorno i volontari sono stati attivi, anche a sostegno psicologico della popolazione. Rispondono in maniera istantanea e senza di loro non potremmo fare niente”.

Nel corso dell’iniziativa sono intervenuti anche Franco Doneddu,Giancarlo Carru e Antonio Carzedda, rappresentanti delle associazioni di Bitti Su Golostiu, Akimos e Su Leorminu, che hanno ribadito il loro appoggio agli sforzi che l’amministrazione comunale in questi giorni sta compiendo e che hanno garantito il loro contributo anche alla fine dell’emergenza.

“Grazie di cuore per la vostra presenza” ha concluso il parroco don Totoni Cossu, “i volontari sono un segno di speranza e ciò che stanno facendo per noi non lo dimenticheremo mai”.

L’ONC nega l’accreditamento: cancellata l’esperienza ultraventennale di Sardegna Solidale

L’Organismo Nazionale di Controllo ha deliberato di decretare la fine della gestione dei “volontari per volontari” del Centro di servizio isolano. Ignorate le motivazioni addotte da Sardegna Solidale e la voce di 267 sindaci e dei vescovi sardi. Ora la mobilitazione riparte.

La straordinaria mobilitazione di 267 sindaci, la presa di posizione dei vescovi sardi e le migliaia di firme raccolte, insieme alle ragioni portate all’attenzione dell’Organismo Nazionale di Controllo presieduto da Francesco Profumo (presidente dell’Acri – l’associazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria – e della Compagnia di San Paolo), lo scorso 9 settembre nel corso di una audizione speciale, sono state ignorate: il 28 ottobre l’ONC ha confermato l’inammissibilità dell’associazione Csv Sardegna Solidale Odv alla seconda fase della manifestazione di interesse. Di fatto, l’Onc ha deciso in questo modo di porre fine all’esperienza ultraventennale di Sardegna Solidale.

Nello specifico, l’Organismo Nazionale di Controllo ha ritenuto che l’associazione Sardegna Solidale non avesse titolo per poter essere accreditata e ciò perché non era il soggetto a cui oltre vent’anni fa, il Co.Ge. della Sardegna e la Regione Sardegna avevano affidato il compito di organizzare e gestire il Centro di servizio per il volontariato. L’Onc non dice chi è il vincitore e il titolare di quel bando e si trincera dietro una interpretazione giuridica soggettiva. Quella dell’Onc è dunque una decisione ingiusta e irrispettosa della storia e dell’identità del Csv Sardegna Solidale che, con un vero e proprio cavillo interpretativo, “smontato” dai rappresentanti di Sardegna Solidale nel corso dell’audizione del 9 settembre, cancella l’esperienza del Csv sardo, unico in Italia interamente gestito da volontari (compreso il Direttore-volontario) e da organizzazioni di volontariato, con lo slogan-programma “Volontari per Volontari”.

Ora, nel pieno della seconda ondata della pandemia, in cui il mondo della solidarietà è chiamato a una nuova mobilitazione, il Csv Sardegna Solidale entra in una fase di estrema incertezza e di larga mobilitazione.

I volontari sardi – con il sostegno di vescovi e sindaci – sono decisi a difendere le loro ragioni, la loro identità e la loro storia costruita grazie al Comitato Promotore del Csv Sardegna Solidale che l’Onc non ha voluto riconoscere e che è stato il soggetto vincitore del bando emanato nel 1997 permettendo di esercitare per oltre vent’anni la titolarità sul Csv Sardegna Solidale.

L’Organismo Nazionale di Controllo, in attuazione di quanto previsto dalla nuova riforma del Terzo Settore, svolge infatti, nell’interesse generale, funzioni di indirizzo e di controllo dei Centri di servizio per il volontariato italiani. È costituito da tredici membri designati per legge (non eletti). Sette membri sono designati dall’Acri (compreso, per legge, il presidente), due dal Forum del Terzo Settore (di cui uno obbligatoriamente del mondo del volontariato, anche se oggi così non è), due dal Csvnet, uno dal Ministero del Lavoro e Welfare e uno dalla Conferenza Stato-Regioni. Nessuno dei componenti dell’Onc è volontario e la maggioranza dei membri è di provenienza del mondo delle fondazioni bancarie.

L’Onc è rimasto sordo alle ragioni documentali, tutte messe a disposizione, e alla straordinaria mobilitazione a favore di Sardegna Solidale.

A ritenere “inaccettabile” la decisione dell’Onc, giunta lo scorso 29 luglio, di non accreditare Sardegna Solidale era stata per prima la Conferenza Episcopale Sarda che lo scorso 3 agosto con una nota aveva chiesto “un ripensamento della decisione adottata”, ritenuta “ingenerosa per tutti coloro che si impegnano – particolarmente in questa fase storica – a trovare soluzioni di unità e di fraternità per la nostra gente”. I vescovi avevano anche richiamato l’udienza speciale concessa il 30 novembre del 2018 da Papa Francesco ai volontari di Sardegna Solidale durante la quale Bergoglio incoraggiò Sardegna Solidale “a proseguire con spirito di intesa e di unità; potrete così diffondere più capillarmente la cultura della solidarietà”.

Alla lettera dei vescovi era poi seguito l’8 agosto l’appello del presidente del Comitato promotore di Sardegna Solidale, don Angelo Pittau, al presidente dell’Onc Francesco Profumo, nel quale il sacerdote villacidrese, chiedendo un incontro che consentisse a Sardegna Solidale di poter esporre le sue ragioni, così spiegava: “L’Onc sembra avvalersi di un cavillo burocratico assolutamente inconsistente e pretestuoso, frutto di una lotta sotterranea che ci ha calunniato in questi anni, che ci ha portato a processi che abbiamo sempre vinto. Tutto questo ci offende e tristemente ci fa rammaricare per una persecuzione ingiusta e costante che ci fa diventare vittima. Ecco perché noi e tutti i volontari sentiamo ingiusta questa decisione di inammissibilità”.

Anche padre Salvatore Morittu, fondatore dell’associazione Mondo X Sardegna e figura rappresentativa del volontariato isolano, lo scorso 9 agosto aveva espresso la sua vicinanza a Sardegna Solidale con una lettera nella quale si legge: “Perché sfiduciare chi e coloro che si sono spesso sostituiti all’azione dello Stato, assicurando servizi vitali per famiglie e comunità? La nostra associazione si oppone fermamente alla decisione dell’Onc ed è al fianco del Csv Sardegna Solidale, grata e riconoscente di quanto è stato fatto e – siamo certi – sarà fatto per stare accanto agli ultimi con forza e legittimità”.

La mobilitazione a favore di Sardegna Solidale è poi proseguita grazie ai sindaci sardi. Su iniziativa del primo cittadino di Ozieri Marco Murgia, ben 267 avevano infatti sottoscritto in queste settimane una lettera di solidarietà nella quale, riconoscendo che “le organizzazioni di volontariato, anche grazie al supporto loro offerto dal Csv Sardegna Solidale, rappresentano, specie per le amministrazioni locali, un prezioso strumento che opera ed interviene anche dove le istituzioni non riescono o non arrivano”, confidano “nel buon senso delle donne e degli uomini che compongono l’Organismo Nazionale di Controllo affinché intervengano per risolvere la situazione inquadrandola nella giusta dimensione”.

A sostegno della richiesta di Sardegna Solidale di rivedere il mancato accreditamento da parte dell’Onc centinaia di attestati di altrettante organizzazioni ed era anche stata organizzata anche una raccolta di firme lanciata dall’associazione Amici di Sardegna che sulla piattaforma charge.org aveva portato 3500 persone a chiedere all’Onc di rivedere la sua posizione.

Oggi la mobilitazione, temporaneamente sospesa in attesa delle definitive determinazioni dell’Onc, riprende. Su diversi fronti e con maggiore vigore per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ingiuste decisioni adottate dell’Onc.

Giacomo Dessì: il servizio giorno dopo giorno

di Andrea Matta – direttore Profilo Sociale

Giacomo Dessì, classe 1992 , è uno dei volontari che opera a Cagliari in diverse associazioni.

Dalla LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS) tra prevenzione e progetti scolastici fino al Presidio Piazzale Trento, una esperienza che continua ancora oggi.

Quando hai capito di essere utile per gli altri?

A volte ho sinceri dubbi sulla mia utilità per gli altri. Sin da bambino sono stato educato al rispetto delle differenze e alla solidarietà.

Cerco di continuare su questa strada anche se a volte sembra tutto inutile e ogni percorso sembra vano.

In alcune occasioni sono i ringraziamenti a far capire che gli sforzi sono stati utili, anche solo per una persona.

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In LILA sono arrivato a 21 anni, ora ne ho 26 e sono abbastanza orgoglioso del mio servizio. Dopo un lungo periodo di formazione ho iniziato a partecipare ai banchetti informativi e…

CONTINUA A PAGINA 17 DELLA RIVISTA DI FEBBRAIO 2019

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