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Anno: 2019

Letture e cultura al Festival della Letteratura del Mediterraneo a Quartu

Sentimenti, viaggio, scuola e famiglia. Sono queste le quattro parole chiave della quinta edizione del Festival della Letteratura del Mediterraneo in programma da giovedì 2 a sabato 4 maggio nell’auditorium della scuola media di via Fadda a Quartu Sant’Elena. Il festival è organizzato dall’Associazione Genti Arrubia con il patrocinio gratuito dell’amministrazione comunale. I tre giorni dedicati alle letture e alla cultura vivranno due momenti: in mattinata, gli autori incontreranno gli studenti delle scuole della città mentre nel pomeriggio, gli incontri saranno aperti a tutta la cittadinanza.   

Programma. La giornata di giovedì 2 maggio sarà dedicata ai sentimenti con la presenza degli autori Maurizio Cocco (ore 10.00), Fabio Pisu (11.30), Virginia Bramati (17.30) e Giovanna Uccheddu (18.30). Venerdì 3 sarà la volta del viaggio con Sara Rattaro (alle ore 10.00 dialogherà con gli studenti e alle ore 18.30 con il  pubblico), Alì Ehsani e Francesco Casolo (11.30), Franco Pittau (17.30). A chiudere la giornata, i ragazzi del Liceo Motzo presenteranno “Miti di ieri, storie di oggi: Medea”. Sabato, ultima giornata con tema “La scuola e la famiglia” con Federica Uras (ore 10.00), Enrico Galiano (ore 11.30), Matteo Lancini (17.30) ed Elisabetta Cametti (18.30). La rassegna si concluderà con i brani della corale Polifonica Quartese, diretta dai maestri Daniela Porru e Luigi Delogu, introdotti dalle letture di alcuni testi a cura di Serena Fazio. A dialogare con gli autori sarà la blogger Sara Boniperti.

La prima edizione del Festival si è tenuta nel 2015 nel Convento dei Cappuccini. Dal 2016 al 2018, la sede del festival è stata Casa Olla, in viale Eligio Porcu.

Il programma del festival

Un calcio al cancro: tutte in campo con “Mai più sole”

“Il gioco di squadra fa la differenza”. È questo il motto dell’evento “Tumori femminili e sport: un calcio al cancro”, giunta alla terza edizione e in programma nella giornata di sabato 4 maggio. La manifestazione è promossa dalla Fondazione Taccia – Ricerca sul Cancro” e dal progetto “Mai più sole contro il tumore ovarico” e sarà divisa in due parti: in mattinata è in programma un convegno a cui parteciperanno medici, professionisti e pazienti mentre in serata tutte in campo per un torneo di calcio a 5 femminile.  

Programma. Il convegno inizierà alle ore 08.30 all’Hotel Regina Margherita di Cagliari è sarà suddiviso in quattro sessioni: “Riabilitazione psicofisica della paziente oncologica” con relatori Daniele Farci dell’ ospedale “A. Businco” di Cagliari e Nadia Brusasca dell’ospedale “Zonchello” di Nuoro e la testimonianza di una delle pazienti, Daniela Cadeddu; “L’alimentazione nella paziente oncologica” con  Antonio Macciò e Clelia Madeddu dell’ospedale “A. Businco” di Cagliari e con un video “Cucina che ti passa” una rubrica del portale www.maipiusole.sardegna.it. La terza sessione sarà “La preservazione della fertilità” con Anna Maria Paoletti del Policlinico “Duilio Casula” di Monserrato e Stefania Antonia Noli dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e la testimonianza di una delle pazienti, Valentina Ligas. La quarta e ultima sezione avrà come tema “Prevenzione e genetica”. I relatori saranno Rita Nonnis dell’AOU Sassari e Domenica Lorusso del Policlinico Gemelli di Roma con la testimonianza di Monica Melis, referente per la Sardegna dell’Associazione aBRCAdaBRA. Alle ore 16.30 si passerà dalla sala congressuale ai campi dello Spazio Newton con il torneo di calcio a 5 che vedrà sfidarsi le squadre: Mai Più Sole contro il tumore ovarico; Karalis Pink Team; Passu Passu; Solowomen Run; Torres Calcio a 5 Femminile e Insieme per caso.

Gioco di squadra. «Lo scopo dell’evento – si legge nella nota di presentazione –  è mettere in luce il gioco di squadra tra operatori sanitari, medici, pazienti, loro amici e familiari durante il percorso oncologico.  Abbiamo anche creato una squadra di calcio a 5 femminile a cui hanno aderito queste figure, non importa se si è brave o no, ciò che conta è ritrovarsi in campo col sorriso e le prime a mettersi in gioco sono proprio le donne che non hanno mai calciato un pallone».

Tremendamente vive. La fondazione Taccia – Ricerca sul Cancro è nata nel 2013 da una idea di Albachiara Bergamini, consigliera e referente per la Sardegna della fondazione, dopo la scomparsa di una delle sue più care amiche colpita da tumore ovarico. Con pochi punti di riferimento, risposte e consigli, la Bergamini ha creato il progetto per andare incontro alle donne colpite della malattia: donne che si potessero sentire tremendamente vive. Donne che non vogliono sentirsi vittime ma che vivono con dignità e onorano il proprio tempo.

Informazione e prevenzione. Tra le iniziative portate avanti dal progetto la creazione di una testata www.maipiusole.sardegna.it, un modo per informare e prevenire contro le neoplasie; un seminario formativo giornalistico dal titolo “Tumore: tra informazione e comunicazione” e l’esperienza della Solowoman Run, corsa insieme all’Associazione Karalis Pink Team in una “squadra” formata di 977 donne.  La corsa è stata l’occasione per presentare un progetto per la Charity Goal, iniziativa collaterale alla manifestazione cagliaritana, insieme all’associazione Passu Passu per «promuovere un percorso di mindfulness, un laboratorio motorio, corso per timoniere per le dragonaute, laboratori psicoriabilitativi come il laboratorio di cucina, di panificazione, di scrittura creativa, teatrale e televisivo» conclude la nota.

Sant’Efisio, la tradizione delle “traccas” quartesi

di Davide Atzori

Ci sono posti dove le tradizioni non muoiono mai, fari in una civiltà sempre più moderna che con fare futurista snobba quanto di bello il passato ha tramandato. Quartu da sempre, risponde orgogliosamente al richiamo della festa di Sant’Efisio.  Lo fa grazie ai suoi appassionati,  coloro che sentono il piacere e il dovere di tramandare, grazie anche alle nuove generazioni, antiche usanze, vecchi mestieri, nomi di oggetti andati in disuso. L’occasione per raccontare i retroscena della preparazione della cosiddetta “tracca” ci viene data da Katia Frau, una delle donne della sezione quartese della FIDAPA.

Con gentilezza  apre  le porte del quartier generale nei pressi di Via Sicilia,  dove ogni oggetto sembra stare al suo posto, in un continuo brulicare che trasuda entusiasmo e atavica collaborazione. La prima cosa che salta all’occhio è la presenza di ragazzi e bambini, che per questa occasione come tante piccole api operaie danno man forte agli adulti,  rappresentati da una considerevole presenza femminile. Le donne, intente alla preparazione, mettono subito in chiaro che il loro non è un ruolo marginale bensì di prestigio e coordinamento. A troneggiare con grandiosa imponenza è il carro, che ha attorno una folta coltre di collaboratori. Suscita rispetto ma è ancora in potenza: mancano le ruote, quelle verranno montate per ultime. Ricorda vagamente una Ferrari nei gran premi durante i pit stop. Katia e suo padre Luigi tengono a precisare che l’incompiutezza del carro non renda giustizia al suo reale splendore, ma vedendo l’anteprima viene istintivo farsi un’idea. È un tripudio di colori ed orpelli  che vanno ad adornare una cornice quasi ricolma di fiori tipici del mediterraneo. Se ne avverte il profumo. Luigi richiama la mia attenzione. Ai lati del carro, tra dolci e prodotti tipici, ce n’è uno in particolare. Sono uova avvolte dentro il pane. Si chiama “angolia”, guai a chiamarlo “coccoi”.

Katia, da quanti anni prosegue la vostra tradizione? «Nella mia famiglia praticamente da sempre. Anche i miei bisnonni erano coinvolti. Io personalmente  dal 1982, e da quell’anno non ho mai mancato un’edizione. Questa “tracca” in particolare partecipa dagli anni Cinquanta»

Potresti parlare di tuo babbo e della sua importanza in quest’evento?«Mio padre è Luigi Frau, mio nonno invece era Luigi Pusceddu, anche lui “obriere”»

Insomma un’antica tradizione«Si, un’antichissima tradizione familiare e i miei figli non vedono l’ora di prendere il testimone»

Qual è il segreto per affascinare e convincere le nuove generazioni a partecipare alla festa di Sant’Efisio e collaborare con voi?«Viverlo per noi è entusiasmante. Portiamo sul carro la nostra storia, le nostre usanze e consideriamo l’evento come il Natale. Non è la festa del primo  Maggio in se, piuttosto i due mesi precedenti nei quali iniziamo la preparazione. Siamo in tutto 7 famiglie, e i bambini e i miei figli sono cresciuti in questo ambiente, un po’ come me da bambina»

Questo fa si che si crei una bella collaborazione«La socializzazione che si crea a tutti i livelli, dal più giovane al più anziano è la cosa che mi colpisce di più. Non c’è il portone chiuso, tutti possono dare una mano e siamo aperti a chiunque»

Nella preparazione della tracca c’è una forte presenza femminile. Quanto è importante la figura della donna durante i preparativi?«La figura della donna è importante soprattutto per il lavoro di fino, di cura del dettaglio e di pianificazione.  In realtà sia gli uomini che le donne si dividono i compiti e cooperano in piena sintonia senza alcuna subordinazione»

Come si suddivide il lavoro in questi giorni frenetici?«Il carro ora (nella mattinata di martedì, ndr) non è ultimato. Quello che si vede è solo un pezzo. Ora lo decoriamo e stanotte completeremo le rifiniture, per esempio coi fiori di campo che vanno messi per ultimi altrimenti appassirebbero. Poiché di dimensioni notevoli ora sta dentro coi ruotini. Alle 3 del mattino lo  tireremo fuori, completeremo l’allestimento esterno e poi gli verranno messe le ruote. Essendo completamente di legno, vengono messe ore prima a bagno nell’acqua in modo da perfezionarne l’aderenza. Il passo successivo è l’adornamento dei buoi e l’allestimento generale. Il carro partirà vuoto intorno alle 5 del mattino fino a Generuxi»

A quale periodo risalgono gli abiti, i tappeti e in generali i ricami? «C’è qualche pezzo risalente all’Ottocento»

Poco fa tuo padre mi ha accennato che il vostro è il carro più grande della sfilata«La struttura di base del carro non è adibita per il trasporto del fieno, bensì per il trasporto delle pietre. Ecco il perché delle ruote piene, utili in passato al trasporto in campagna di carichi maggiori»

La FIDAPA incoraggia questa iniziativa?«La FIDAPA in quanto associazione femminile, ha lo scopo di valorizzare le donne nelle arti e nei mestieri. Questa è un’arte, perché crea, costruisce dal niente»

Mototaccuino, riparte il viaggio di “Dust’N Sardinia”

di Alessio Ferrari

Quando si viaggia, l’occhio sta sempre pronto a perdersi, la fantasia sta sempre sul chi va la, immaginandosi panorami mozzafiato ad ogni sguardo, il cuore è sempre pronto ad innamorarsi del luogo in cui ci si troverà, e la mente è predisposta a ricevere immagini che potrebbero restarvi impresse per tutta la vita. Questo è ciò che ci aspettiamo noi organizzatori della Dust’N Sardinia. Vogliamo proporre una esperienza motociclistica capace di coniugare tutto questo, a chi decide di partecipare all’evento, organizzato da Mototaccuino, di concerto con i nostri soci di Asphalt&Gravel, in collaborazione con il motoclub “Sa Palestra” di Sinnai.

Vogliamo mostrare una Sardegna vera, aspra a volte, ma capace di ripagare la fatica di centinaia di km di sterrati selvaggi, con la propria meravigliosa terra. Vogliamo rendere alla nostra isola parte di ciò che ci ha dato, portando sulle sue strade, dieci motociclisti vecchio stile, non astronauti in tute fluo, ma uomini avventurieri ed esploratori. Motociclisti dal cuore tenero, che partecipando al nostro evento aiutano l’associazione a realizzare un nuovo progetto. Questa volta le risorse saranno dedicate alla realizzazione e stampa di un albo illustrato sul motociclismo, che poi verrà donato ai bambini con bisogni educativi speciali. Albo che racconterà le avventure passate di “Mototaccuino”, rendendo quindi partecipi anche coloro che trovano un po’ di difficoltà nel leggere i due libri da noi prodotti: “Dall’isola al Sahara” il primo, che racconta la nostra avventura in terra Sahariana, e “Frammenti”, l’ultimo volume per ora, che racconta le nostre avventure in Vietnam, nelle terre terremotate del centro Italia, in Francia, sulla nostra isola, in India e nuovamente in Africa. Avventure tutte su due ruote, e tutte a scopo benefico, senza perdere mai di vista la nostra promessa: il 100% degli introiti vanno ai progetti.

Anche per la Dust’N Sardinia 2019, al netto dei costi vivi, chiaramente presenti, tutto verrà destinato al progetto 2019. Abbiamo pianificato tutto nei minimi dettagli, per offrire un’esperienza di qualità, con molteplici risvolti derivanti dall’evento. Poteremo venti persone in territori della Sardegna che sono lontani dalle riviste e da ciò che cercano i turisti, pensiamo sia un modo valido per far scoprire altro della Sardegna, la maggior parte delle volte, sono le parti più belle da vedere, e noi gliele mostreremo. Ci siamo attivati per poter acquistare gli alimenti prodotti dalle colonie penali sparse sul territorio, e con difficoltà stiamo riuscendo nell’intento. Anche la Federazione Motociclistica Italiana si è accorta di tutto questo, e per promuovere l’evento, nonché per premiare il nostro impegno e gli obbiettivi dell’associazione, quest’anno ha inserito l’evento nel calendario nazionale, ufficializzando la presenza delle nostre idee motociclistiche e riconoscendo la qualità della proposta esperienziale. Insomma, le aspettative e gli obbiettivi sono alti, ora non resta che accendere i motori, e alzare un po’ di polvere sulle magiche strade sarde.

Vi racconteremo tutto al nostro ritorno.

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