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Femminicidio

Un monumento contro il femminicidio a Quartu Sant’Elena.

Il 22 dicembre 2021 Quartu Sant’Elena ha inaugurato il proprio monumento contro il femminicidio e la violenza sulle donne e a ricordo delle vittime. La scultura, opera dell’artista Armandì, è stata donata al Comune di Quartu dall’associazione multiculturale di volontariato Arcoiris ODV ETS. L’opera è situata all’ingresso del Parco del Popolo Kurdo, sulla via Portogallo.

“La scultura rappresenta tre donne di tre età diverse. Vuole rappresentare come tragedie di questo tipo non abbiano età, ne radice nell’esperienza o negli anni della vittima” descrive l’autore Armando Lecca, in arte Armandì. “La città di Quartu non aveva un monumento con questo scopo”. L’Amministrazione comunale ha pertanto accolto con entusiasmo la proposta dell’Associazione, con l’obiettivo di portare un nuovo contributo al processo di sensibilizzazione sul tema e quindi un maggior coinvolgimento dell’opinione pubblica.

L’Associazione Arcoiris ha finanziato e commissionato l’opera, condividendo le finalità già espresse dall’Amministrazione Comunale di sensibilizzazione e di contrasto alla violenza contro le donne, tragicamente evidenziata anche nelle recenti cronache della nostra comunità.

La Presidente dell’associazione Arlen Aquino ha voluto sottolineare come l’iniziativa “fosse inizialmente prevista per il 25 novembre, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma era stata rinviata a causa del maltempo. Il monumento è un simbolo della lotta alla violenza che a Quartu sino a oggi mancava, ed è un contributo tangibile che attesta la volontà di fermare questo fenomeno, che è vera e propria emergenza sociale. Attraverso l’arte lanciamo un messaggio di denuncia e di sensibilizzazione”

Presenti insieme ai rappresentanti del Comune anche gli studenti delle classi terze dell’Istituto secondario di primo grado di via Portogallo, con i rispettivi docenti. “Abbiamo iniziato a seminare” ha detto l’assessora alle politiche di genere Cinzia Carta “perché cresca e sbocci la cultura del rispetto, capace di formare una società senza violenza”.

Toccante il momento in cui Giulia Marini e Nicola Murgia, volontari del Servizio Civile Universale presso l’associazione Arcoiris, hanno letto un breve scritto di Shakespeare sull’argomento, ricordando a tutti i presenti la storicità dei soprusi sulle donne e la necessità di fermarli.

La pietra utilizzata è trachite di Fordongianus, materiale che si presta bene perché permette di utilizzare anche i colori. I copricapi sono stati trattati con delle resine particolarmente resistenti, ma voglio attirare l’attenzione in particolare sull’ombrello, che è “un elemento di protezione, reale sulle statue, ma anche metaforico, come il senso di protezione che tutta la comunità deve avere per le donne”, conclude Armandì.

Giornata Avara

Giornata Avara: quattro chiacchiere con Michele Atzori.

Giovedì 16 dicembre Michele Atzori, noto come Dr.Drer (lo storico frontman della CRC Posse), ha presentato la sua prima opera cartacea, Giornata Avara, nella sede dell’associazione multiculturale Arcoiris Odv Ets.

Il libro si compone di venticinque racconti autobiografici nei quali l’autore va avanti e indietro nel tempo e nello spazio, senza perdere mai il filo rosso che caratterizza ognuno di essi. Uffici e palchi, manifestazioni, spiagge e birrerie, storie urbane, feste di paese e capitali europee: l’ambientazione cambia più volte all’interno dello stesso racconto, ma poi si ritorna sempre al punto di partenza.

Il personaggio principale é proprio lo sfondo sociale e culturale nel quale questi racconti vivono, la Sardegna di questi ultimi decenni. Gli aneddoti personali autoironici sono un pretesto per raccontare una storia più grande, quella della Sardegna recente e dei movimenti che cercano di opporsi allo sfruttamento della terra e delle comunità.

Abbiamo parlato con Michele Atzori in occasione della presentazione del libro.

“Non è partito tutto da me” inizia a raccontare. “Un’amica, che mi ha dato una grossa mano correggendo le bozze, mi ha fortemente consigliato di raccogliere quegli aneddoti, racconti e riflessioni che ripetevo da anni” continua Michele Atzori. “Il filo conduttore è venuto naturale, ho messo insieme ricordi vividi e riflessioni che iniziano dagli anni ’80 e arrivano a poco tempo fa. Non sono io il protagonista, io faccio da pretesto. Al centro c’è la Sardegna, le sue contraddizioni, l’idea che ci cibiamo dei nostri stessi stereotipi. Con il racconto cerco di analizzarli, sfiorando antropologia, sociologia, storia ed esperienza”.

Il primo racconto analizzato durante la presentazione, “La poesia salverà il mondo”, è il pretesto per iniziare a parlare proprio dell’Isola e dell’esperienza autoriale. “La poesia campidanese è viva è vegeta, ma soffre di un mancato ricambio generazionale del pubblico” afferma Atzori, prima di introdurre un aneddoto sulla lezione di un professore cubano. “Mi aveva impressionato come la Decima cubana fosse simile nel concetto all’Ottava logudorese. Nella poesia cantata e improvvisata, concepita identica nella composizione, sembra palesarsi una sorta di archetipo in comune tra le culture”.

La versata e su muttetu si fanno così ponte per parlare di Sardo e di scuola. Ricordando la sua canzone “Su Sardu Alfabetu” Dr. Drer racconta l’esperienza laboratoriale del Sardo negli istituti scolastici. Scritta con un certo intento didattico, il brano ebbe successo, anche grazie al suo utilizzo come mezzo per l’apprendimento scolastico. “Una cosa del genere è in grado di ribaltare la situazione. Tutti i luoghi comuni dagli anni ’60 a oggi venivano cancellati, sembrava un videoclip degli anni novanta. La prima della classe era quella che utilizzava un Sardo accademico e rigido, ma sapeva tutto e interveniva con entusiasmo” racconta l’autore. “E ‘is mauccheddus’, i casinisti, erano tutti al primo banco consci della loro esperienza con la lingua”.

E ancora ci si lascia andare alla narrazione. “La canzone, la poesia, sono modi perfetti per introdurre le grandi storie nell’ambito educativo. Storie poco raccontate, come lo sciopero di Torino del 1919 in cui il Generale Sanna mandò la Brigata Sassari a sparare i torinesi in lotta, dicendo loro che erano i ‘ricchi'” racconta Atzori “fu il Gramsci e mediare con le truppe, fermandole. Con la musica, la memoria di queste storie non si perderebbe”.

Parlando di memoria, non si può non toccare il tema dell’identità: “non può essere tutta questione di DNA. Nel DNA ha ragione la Deledda, potremmo serenamente essere Bizantini, Greci, e via dicendo. Ma la genetica non spiega gli sguardi significanti, la postura, i modi di fare e di essere che ci definiscono. Noi Sardi abbiamo un problema riguardo i luoghi comuni sul nostro popolo. Li fagocitiamo, anche quando sono estremamente contraddittori. Come possiamo amare il concetto di essere legati alla comunità e contemporaneamente quello del non saper collaborare tra noi?” conclude il Dr. Drer, che ci invita a scoprire le altre storie, compresa l’omonima del libro, “Giornata Avara”.

L’autore ha in programma un’ulteriore presentazione questo pomeriggio alle 17.30 ad Oristano, in Via Sebastiano Mele 5, organizzato da Movidi Assòtziu Culturali. Presenta la Professoressa Isabella Tore.

Per ulteriori info: https://www.facebook.com/giornatavara

In centinaia urlano “bregungia”

La manifestazione dell’ARC ha radunato in tantissimi, attivisti LGBT, giovani persone di ogni età ma anche politici

Sono circa le 15, davanti al THotel in via dei Giudicati, quando da un lato e dall’altro della strada, sotto il vigile controllo delle forze dell’ordine, si radunano in centinaia richiamati dal collettivo dell’ARC, per manifestare come in tutta Italia dopo la bocciatura in Senato del DDL Zan in tema di lotta all’omotransfobia.

Tra i promotori e in prima linea c’è Camilla Soru, consigliera comunale di Cagliari, che ritiene “che non si possa fare un passo in dietro sui corpi e sui diritti delle persone”.

Camilla Soru, Consigliera comunale Cagliari

Tra gli striscioni che rilanciano la difesa dei diritti per ogni genere c’è anche uno striscione di Amnesty International a difesa dei diritti umani e il sostegno per la liberazione di Patrick Zachy, imprigionato ingiustamente in Egitto.

Il collettivo ha presentato un manifesto per presentare il grido di protesta per la manifestazione della vergogna, tradotta in sardo “bregungia”, contro il voto del Senato e, sopratutto, gli applausi e le urla successive dei senatori che hanno bloccato una legge che avrebbe rafforzato la difesa dei diritti in particolare per omosessuali, e transessuali ancora oggi vittime di discriminazioni anche nel nostro Paese.

Manifesto del collettivo

Il deputato primo firmatario Alessandro Zan, a Cagliari per la presentazione del suo libro “Senza Paura”, si è presentato del collega sardo Andrea Frailis, verso le 16 per presentare i prossimi passi parlamentari e non solo della lotta “contro l’odio”

Alessandro Zan, Deputato

Diversi i politici presenti sia alla manifestazione che alla presentazione del libro, nei video le dichiarazioni di Andrea Frailis, deputato del PD e organizzatore dell’iniziativa, Francesco Agus , capogruppo in Consiglio regionale dei Progressisti, e Romina Mura, deputata del Partito Democratico.

Francesco Agus, Consigliere regionale
Romina Mura, Deputata
Andrea Frailis, Deputato

“Io apro all’UNESCO” arriva a Quartu

Venerdì 5 novembre alle ore 11,00 presso la sede dell’ex Convento dei Cappuccini a Quartu Sant’Elena si terrà la conferenza stampa di presentazione della mostra sulla civiltà nuragica organizzata dall’Associazione “La Sardegna verso l’Unesco” in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Quartu Sant’Elena.

Il percorso espositivo sarà allestito presso l’Istituto Tecnico-economico-tecnologico Primo Levi di Quartu, all’interno degli spazi del Centro Risorse d’Istituto, aperto alle visite delle scuole cittadine. Contestualmente all’iniziativa, gli studenti saranno coinvolti nella frequenza di un modulo didattico di approfondimento dall’8 al 15 novembre, curato dai docenti dell’ICT Levi.

Alla conferenza stampa parteciperà il Sindaco di Quartu Graziano Milia, il Presidente dell’Associazione “Sardegna verso l’Unesco” Pierpaolo Vargiu, l’assessore all’Istruzione Cinzia Carta, Marcella Marini per “La Sardegna verso l’Unesco”, il preside dell’Istituto Primo Levi Prof. Massimo Siddi e la professoressa Alessandra Agus, coordinatrice del modulo didattico dedicato. Saranno presenti i componenti della V Commissione Consiliare Permanente con la Presidentessa Ketty Giua.

Parteciperà anche l’archeologo Nicola Dessì che -alle 9.00 della stessa giornata – incontrerà gli studenti dell’Itc Levi per fare insieme a loro un viaggio introduttivo alla scoperta dell’antica civiltà della Sardegna. 

Alessandro Zan a Cagliari “Senza paura”

Il deputato primo firmatario del DDL “affossato” la settimana scorsa in Carbonia Senato a Cagliari in occasione della presentazione del suo libro organizzata dal deputato sardo Andrea Frailis

Una piazza gremita, con circa mille persone, al grido di “Bregungia” ha accolto il deputato che ha sottolineato come l’immagine del senato sia il passato perché il presente sono i giovani indignati da quello che è accaduto, “ Vogliamo una società inclusiva, questa è una battaglia del noi” ha detto il deputato Zan, “ chi ha affossato la legge è vicino ai populismi europei che vogliono limitare i diritti per controllare le persone con discriminazioni. Se le energie sono impegnate per sopravvivere non hai tempo per la società. Se invece ti senti accolto in una società inclusiva sei libero e si crea sviluppo e la società è avanzata. L’Italia non può essere come l’Ungheria nell’arretratezza”

Battaglia che va avanti nonostante la battuta d’arresto, “Ci hanno accusato di non volere la mediazione” ha spiegato Frailis, “ma con i 700 emendamenti non sarebbe stata la nostra legge, una legge contro l’omotransfobia”, presente in una sala del THotel, gremita con solo posti in piedi e possessori di greenpass, anche la deputata Romina Mura.

Nella presentazione si è sottolineato come la politica abbia un ruolo fondamentale nel far passare concetti positivi ma anche di emulare negativamente comportamenti sbagliati di politici populisti che incitano all’odio sia nelle piazze che in parlamento, come le urla dopo l’approvazione dell’emendamento che ha bloccato la legge in Senato.

La legge “contro i crimini d’odio” è fatta per difendere le discriminazioni e le violenze, creata per dare la tutela, in particolare, alle persone più fragili e “ non era possibile togliere la discriminazione transessuale, come ci chiedevano nelle mediazioni” ha detto Zan ribandendo che occorreva mantenere la schiena dritta, “ un messaggio anche ai giovani che ci chiedono una politica che porta avanti le scelte ed è conseguente”

Nel libro, racconto anche della vita di Alessandro Zan, si evidenzia il ruolo del padre, molto rigido sull’omosessualità, con il quale ha dovuto in adolescenza crescere con tante difficoltà, ricercando il silenzio. Continue difficoltà di negazione e di difficile accettazione che ha trovato con l’Università e l’Erasmus, in Inghilterra, la possibilità di dichiararsi trovare la libertà.

Questa battaglia, utilizzata dalla politica non per guardare al merito dei contenuti ma per fare tattica politica, è una battaglia contro l’odio e, ha detto Zan, “quella scena i fa capire da chi non vogliamo essere governati”.

Libro in vendita nelle librerie e sui principali siti di e-commerce

https://www.amazon.it/Senza-paura-nostra-battaglia-contro/dp/8856682982

https://www.ibs.it/senza-paura-nostra-battaglia-contro-libro-alessandro-zan/e/9788856682984

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