Domani, venerdì 8 marzo alle 10:00 a Sardara sarà inaugurata la prima stazione di ricarica SUN2CAR, una colonnina collegata al fotovoltaico che alimenta a sua volta le auto elettriche.
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Il sole vero e proprio motore delle auto per contrastare il grave problema dell’inquinamento che peggiora con l’andare del tempo.
Range Anxiety è la preoccupazione che quelli di Sun2Car vogliono affrontare in primis, ossia quella di non trovare lungo il proprio tragitto, punti di ricarica per le auto elettriche.
Come?
Grazie allo sfruttamento del surplus di energia elettrica che viene prodotta dalle celle fotovoltaiche.
Il progetto SUN2CAR è stato finanziato nell’ambito di RETIC, una Rete transfrontaliera tra soggetti specializzati nei servizi di pre-incubazione e incubazione di nuove imprese nel settore ICT, applicato alle filiere di nautica, turismo ed energia.
Il commento di Mario Cabasino, presidente di Comitato Regionale per la Comunicazione – Corecom Sardegna sul #votodopinione.Leggi l'intervento completo sul nostro sito:⤵️http://www.profilosociale.it/regionali-2019-mario-cabasino-corecom-sardegna-il-voto-dopinione/
Come può un elettore votare per una lista che lo rappresenta e per un presidente dello schieramento opposto?
Questa è la grande domanda del voto disgiunto che si è verificato anche nelle scorse elezioni regionali quando Pigliaru vinse con uno scarto di 20 mila voti su Cappellacci ma le liste di centrosinistra ottennero un risultato inferiore a quelle di centrodestra.
Per quanto riguarda il cambio di schieramento di un elettore che effettua il voto disgiunto, si è sempre detto che le regionali sono altra cosa rispetto alle politiche.
Forse l’elettore sente di esprimere un voto di opinione per quanto riguarda il presidente, mentre per i consiglieri il voto è più indirizzato al carisma e soprattutto alla vicinanza sia politica che non.
Si terrà venerdì 8 marzo all’ ex convento dei Cappuccini di Quartu lo spettacolo Maistas de is artis antigas e de oi.
L’ evento è realizzato grazie alla collaborazione di alunni e insegnanti delle scuole elementari, e al patrocinio della FIDAPABPW ITALY ovvero Federazione italiana donne arti professioni affari.
Sarà l’occasione per rendere omaggio a tutte le donne, in particolare a coloro che in passato hanno dato lustro alla città con il proprio impegno, dinamismo e coraggio e che per questo ancora vengono ricordate a distanza di anni.
Non mancheranno letture tratte da stralci di testimonianze, interviste, interventi animati e gli spazi dedicati alla musica.
“La pizza non è un primo. La pizza non è un secondo. La pizza non è un alimento. La pizza è l’essenza della felicità”.
Pizza e solidarietà con il progetto “Pizza in Kenya” dell’associazione Admiss Onlus (Amici della Missione). Una settimana nel paese africano per insegnare ai ragazzi come realizzare uno dei cibi italiani per eccellenza. A portare i colori e i sapori della pizza in Africa sono stati Pierandrea Maxia, Salvo Di Giuseppe Taormina e don Gabriele Casu. I tre hanno presentato il progetto durante la puntata di “Alle 21” in onda su RSE Radio Sant’Elena.
«Il progetto è stato realizzato a Tumaini, nella missione diocesana di don Franco Crabu e ha coinvolto una quindicina di ragazzi. Alcuni di loro erano già inseriti nel mondo del lavoro, altri arrivavano da situazioni particolari – ha raccontato Pierandrea – Abbiamo insegnato ai ragazzi come si fa la pizza. Si tratta di un bene semplice che possa dare la possibilità di creare un minimo di economia così da poterne fare anche un lavoro». Il progetto, portato avanti anche grazie all’Associazione Sandremo, è passato anche sulle frequenze di Radio Deejay con una telefonata di Pier Andrea durante il programma Deejay Chiama Italia durante la puntata dedicata alla giornata mondiale della pizza, una bella occasione per far conoscere al grande pubblico questa idea.
«È stata una esperienza meravigliosa – ha affermato Salvo – I ragazzi hanno risposto bene. Gli abbiamo insegnato a fare un impasto semplice. In un paio di giorni hanno imparato a fare bene la pizza. L’ultimo giorno li abbiamo messi alla prova: abbiamo invitato quaranta bambini del centro pastorale più gli assistenti e gli educatori e loro hanno fatto la pizza, da soli, per sessanta persone e sono andati molto bene. Abbiamo fatto anche la mozzarella. La fortuna ci ha aiutato: siamo riusciti a farla filare a farne un chilo, un chilo e due per fare la pizza. Speriamo che questa esperienza gli sia utile» Per fare le pizze sono stati usati gli ingredienti locali, come la farina, mentre i tre hanno portato dalla Sardegna la pasta filata. «Non ci sono state grandi difficoltà logistiche. Le pizze uscivano tonde con una qualità di una media pizzeria italiana».
Un’altra parte importante del progetto è don Gabriele Casu, parroco nella parrocchia del Sacro Cuore a Quartu Sant’Elena e per dodici anni missionario in Brasile. Per lui, oltre al compito di guida spirituale, anche quello di assaggiatore: «È stata una esperienza di missione sui generis. L’obiettivo era quello di favorire un interscambio di culture e di insegnare come fare la nostra pizza italiana. Non ci siamo fermati solo all’aspetto pratico ma abbiamo trasmesso anche qualcosa di bello e di buono». I giovani del progetto faranno tesoro di tanti piccoli insegnamenti soprattutto nel mondo del lavoro: «Noi l’abbiamo fatto con questo intento: che i giovani che hanno partecipato al corso potessero avere la possibilità di inserirsi in questo campo lavorativo. In Kenya così come in altri paesi del mondo che non hanno la cultura della pizza la concorrenza è molto meno. Abbiamo visto che le pizzerie delle città hanno prezzi proibitivi per il popolo. Ci piace pensare che i giovani che hanno partecipato al corso possano proporre la pizza anche a prezzi più popolari, così che anche i meno abbienti possano gustarsi una buona pizza senza che sia una prerogativa dei ceti più alti»
Non solo pomodoro e mozzarella ma anche
tanta umanità: «È stato bello vedere le dinamiche che si sono create, anche di
gioco e di scherzo, durante il lavoro – ha proseguito don Gabriele – Abbiamo vissuto anche alcuni momenti molto
belli. Tra questi, la visita ai bambini della Casa della Speranza di Tumaini
dove lavorano due volontarie sarde. Abbiamo trascorso un pomeriggio bello,
intenso. Siamo stati accolti bene con canti e danze. Poi siamo stati a giocare
con loro. Ci sono stati i momenti di condivisione, di commozione. Ci siamo
lasciati con la speranza di poter vivere altre esperienze simili. Anche se è
stata una esperienza breve siamo tornati a casa con il cuore pieno di gioia.
Speriamo di replicare questa esperienza in altre parti del mondo»
Completato il progetto, si pensa ad un nuovo obiettivo: « Abbiamo una mezza idea: vorremmo realizzare lo stesso progetto in Brasile, a São Vicente Férrer, il municipio più povero del paese nella diocesi di Viana. Dobbiamo entrare in contatto con il parroco, padre Rosivaldo, e se accetta la sfida noi siamo pronti per proporre questo corso magari con un po’ più di tempo per poterci dedicare delle lezioni anche a mettere su una attività commerciale» ha concluso don Gabriele.
Il commento di Fabrizio Serra, giornalista e conduttore di Effetto Serra – il talk show sul Social sul dato che, come si è scoperto dallo spoglio definitivo, ha portato il numero delle schede con #errori quindi #nulle a quasi #16mila.Leggi l'intervento completo sul nostro sito:⤵️http://www.profilosociale.it/regionali-2019-fabrizio-serra-effetto-serra-numero-allarmante-di-schede-con-errori/
I dati finali hanno poi dato un risultato eclatante per quanto riguarda le schede nulle e contenenti errori, si parla di quasi 16 mila voti annullati.
In questo intervento viene analizzato il dato in arrivo la mattina dello spoglio nella sala stampa della regione, già allarmante, che poi è peggiorato ulteriormente con i risultati definitivi.
Nei risultati della mattina si parlava di oltre 400 schede con errori quindi del numero di un piccolo comune per intero.
Già nella scorsa tornata elettorale c’erano stati tanti ricorsi al TAR di 4 candidati che non erano riusciti ad entrare in consiglio e ci sono riusciti in un secondo momento, anche in questo caso il TAR sarà impegnato in maniera simile.
Le difficoltà maggiori sono state:
la doppia preferenza di genere, importante ma probabilmente neanche da attuare con una legge, sarebbe bastato solo il buon senso degli elettori;
il voto disgiunto, che ha complicato le operazioni per gli anziani.