
“Sardi, andiamo a votare” – l’invito della Pastorale Sociale e del Lavoro
Un appello a tutti gli uomini di buona volontà, cattolici e non.
Quest l’invito della Pastorale Sociale e del Lavoro riunitasi in seduta regionale ad Oristano.
Il 24 febbraio l’espressione del proprio voto sarà il minimo comune denominatore che dovrà essere presente alle Regionali.
L’invito poi si amplifica descrivendo i punti fondamentali, nel rispetto anche della fede cattolica, che la Pastorale cerca nel nuovo presidente della Regione Sardegna.
Le priorità
- nuovo modello di sviluppo con la persona al centro e lo sviluppo delle risorse territoriali;
- accoglienza, inclusione e integrazione;
- lavoro, inteso come un’azione collettiva e di enorme valore sociale. A questo proposito il pensiero della Pastorale verte su un punto preciso di discordanza con l’attuale politica:
Non condividiamo la corrente di pensiero per cui si può vivere bene senza lavorare e affidando al welfare il compito di finanziare la disoccupazione e la sottoccupazione.
- Istruzione che sia il rilancio di una formazione professionale non illusoria, accessibile a tutti e qualificante;
- infrastrutture: L’indice di accessibilità della Sardegna è venti punti inferiore alla media italiana […] bisogna definire quanto prima le questioni legate alla condizione di insularità;
- sanità: preoccupanti appaiono i problemi degli anziani, dei malati psichiatrici e dei disabili;
- spopolamento: l’emorragia non è stata nemmeno tamponata, il tasso di fecondità delle donne sarde è tra i più bassi in Italia, e, di certo, incentivi specifici per le giovani coppie che decidono di restare nei paesi dell’interno contribuirebbero ad arrestare il fenomeno;
- rispetto della natura e dell’ambiente: interventi come bonifiche e riqualificazioni di siti produttivi propedeutici all’avvio di riconversioni economiche
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