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Protesta pastori, un’altra giornata sulle strade della Sardegna

[Andrea Matta]

Nuova giornata di protesta per i pastori sardi. Dal nord al sud dell’isola, la rivolta in bianco ha colpito la principale arteria stradale dell’isola, la statale 131, bloccata all’altezza di Sanluri per diverse ore. I pastori chiedono un prezzo del latte più equo: dai 50-60 centesimi all’euro al litro. Se non si riuscisse a trovare una soluzione, i lavoratori minacciano di bloccare le elezioni regionali del prossimo 24 febbraio e sono pronti ad andare a Cagliari con i trattori. La mobilitazione prosegue anche in serata a Lula, a Bono e altri centri del nuorese.

La protesta non ha né leader, né colori: «Nelle strade non c’è il Movimento Pastori Sardi – ricorda con un post sulla sua pagina facebook il movimento guidato da Felice Floris che da quasi dieci anni lotta per i diritti dei pastori – ma tutti i pastori uniti della Sardegna che non rispondono a questa o a quella sigla, a questo o a quel partito, con un unico grande obiettivo: ridare dignità al nostro lavoro, ritornare ad essere padroni del nostro prodotti». Una protesta che nasce sui social grazie al tam tam dei gruppi facebook

La giornata di domenica è iniziata con il blocco dei tir al porto di Porto Torres. I pastori hanno fermato il mezzo che proveniva dalla Francia, hanno gettato il carico a terra di agnelli e chiesto l’intervento delle autorità sanitarie denunciando le pessime condizioni della merce destinata al mercato locale.

Tanti i centri dell’isola dove anche oggi sono stati versati litri e litri di latte. Sanluri, Dolianova, Sant’Antioco, Tertenia, Urzulei, Sedilio e Siamanna. In questi ultimi due paesi, la protesta ha trovato la solidarietà dei primi cittadini. In alcuni centri del nuorese e dell’oristanese, i pastori hanno deciso di regalare il latte ai consumatori. In piazza anche i figli dei pastori per una lotta che non ha età. Intanto sono scattate anche le prime denunce per cinque pastori che hanno cercato di impedire l’ingresso delle autocisterne davanti all’azienda Serra ad Ortacesus. L’autotrasportatore è stato costretto ad aprire le valvole e a sversare un totale di undicimila litri di latte.

Le vicende del fine settimana sono state solo la punta dell’iceberg. Le proteste dei lavoratori partono da lontano ma sono il frutto del nulla di fatto dalla riunione di giovedì pomeriggio all’assessorato all’Agricoltura – con amministratori, cooperative, consorzi – a far accelerare la protesta. «L’incontro – racconta Piera Serusi sulle colonne de L’Unione Sarda di venerdì 9 febbraio – era stato convocato quando il malumore degli allevatori era diventato incontenibile con azioni dimostrative come lo sversamento del latte a terra Gesti che, si teme, troveranno molti emulatori». Il quotidiano raccontava la storia di Marcello Scintu, 23enne di Gergei, che ha svuotato 700 litri di latte.

Per mercoledì è previsto un nuovo tavolo tecnico ma intanto la protesta prosegue.

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